Rosi Bindi: ‘Israele potrebbe farsi un esame di coscienza’

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“Hamas è un’organizzazione terroristica, è chiaro che c’è stato un attacco terroristico che va condannato. Ma è altrettanto chiaro ed evidente che il consenso intorno ai terroristi nasce dal fatto che la grande questione palestinese non è mai stata risolta”. Rosy Bindi lo ha detto in collegamento con Tiziana Panella a Tagadà su La7. Commentando l’attacco di Hamas contro Tel Aviv, l’esponente dem ha dichiarato:

“Da anni ci siamo dimenticati di 2 milioni di persone che vivono di fatto prigioniere in una striscia di terra, dove i beni essenziali sono centellinati sempre e comunque. A un certo punto, quando c’è una fase internazionale delicata come questa, c’è chi se ne approfitta, facendo una strage inaccettabile”. Una strage a cui – ha continuato la Bindi – “uno Stato democratico non può permettersi di reagire come sta reagendo Israele. Uno Stato democratico non può usare gli stessi mezzi che usano i terroristi”.

Qui l’intervento di Rosy Bindi sulla guerra in Israele a Tagadà 

Secondo l’ex ministra, “anche in guerra ci sono delle regole, anche in guerra non si nega l’acqua ai bambini, anche in guerra non si fanno le rappresaglie. Esiste un codice anche in guerra”. Il riferimento è all’assedio totale di Gaza da parte di Israele. “Quindi quale dovrebbe essere la reazione di Israele?”, le ha chiesto allora la Panella. E lei ha risposto: “Potrebbe fare un esame di coscienza per quello che è accaduto negli ultimi anni e dovrebbe chiedersi anche perché non hanno funzionato i servizi di intelligence. Prima di arrivare a privare i bambini di acqua, luce, cibo e aiuti umanitari, forse dovrebbe interrogarsi sull’efficacia degli strumenti, che non devono essere sempre e necessariamente quelli usati dai terroristi”. Infine ha chiosato: “Accanirsi su un rave di giovani di tutti i Paesi del mondo è un atto inqualificabile, però la comunità internazionale non può continuare a sottovalutare la vicenda mediorientale”.
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