A ribadire il no all’incontro, attribuendo la responsabilità dello stallo al presidente Zelensky, è il ministro degli Esteri russo, Sergey Lavrov: il presidente russo Vladimir Putin “è pronto a incontrare” l’omologo ucraino “a condizione che questo vertice abbia davvero contenuti sostanziali” e che un programma di lavoro in tal senso “sia pronto. E al momento non lo è affatto”, dice in un’intervista all’emittente statunitense Nbc.
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Dopo l’incontro tra Putin e Trump in Alaska, quest’ultimo “ha proposto diversi punti che noi condividiamo, e su alcuni di essi abbiamo accettato di mostrare un po’ di flessibilità”, sottolinea Lavrov. Dopodiché, quando Trump “ha portato questi punti al vertice a Washington, con Zelensky presente e affiancato dai suoi sponsor europei, ha chiaramente indicato, a tutti e in modo inequivocabile, che ci sono alcuni principi che Washington ritiene imprescindibili. Tra questi, niente adesione alla Nato e la discussione delle questioni territoriali. E Zelensky ha detto no a tutto. Ha perfino detto no all’abrogazione delle leggi che vietano l’uso della lingua russa. Come possiamo incontrare una persona che finge di essere un leader?”. Adnkronos