Suicidi, molestie sessuali, bullismo: clima “tossico” in Amnesty International

Kumi Naidoo – segretario generale di Amnesty

E’ bufera su Amnesty International per il clima “tossico”, accertato da un rapporto interno ordinato dal segretario generale Kumi Naidoo (ex Greenpeace, ndr) e che ha fatto saltare le prime poltrone. Cinque dei sette uomini della squadra di vertice avrebbero già lasciato mentre gli altri sarebbero sul punto di fare lo stesso, secondo quanto scrive il Times, segnalando che ai dirigenti sarebbero state offerte “buonuscite generose” sebbene un portavoce di Amnesty abbia smentito.

Lo scorso anno, due dipendenti si erano suicidati nelle sedi di Amnesty a Parigi e a Ginevra. Il 65enne Gaetan Mootoo si è tolto la vita nel maggio del 2018 nella capitale francese, lasciando una lettera nella quale denunciava il troppo lavoro e di essersi sentito “abbandonato e rifiutato”. A sole sei settimana di distanza si è uccisa Rosalind McGregor, 28 anni, che lavorava nell’ufficio di Ginevra. E dal rapporto, realizzato da KonTerra, è emerso che il clima “avvelenato” fatto di abusi di potere, di discriminazioni e di bullismo esistente dagli anni Novanta.

Alcuni hanno raccontato di essere stati insultati durante le riunioni e avvertiti sul fatto che la loro vita lavorativa sarebbe diventata un incubo. “I manager hanno ammesso le loro responsabilità e hanno offerto le loro dimissioni”, scrive la Bbc. Lo scorso anno, la britannica Oxfam era stata investita da uno scandalo per le molestie sessuali da parte di alcuni suoi dipendenti ad Haiti durante la ricostruzione dopo il terremoto del 2010 e poco tempo dopo è stata la volta di un’altra organizzazione umanitaria, Save the Children.

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