Le migrazioni degli uomini paragonate a quelle degli animali, dibattito a Napoli

NAPOLI, 12 DIC – “Le migrazioni sono una componente fondamentale dell’evoluzione. Su un pianeta mutevole, tra continenti alla deriva e cambiamenti climatici, migrare ha consentito agli animali in grado di farlo di adattarsi, evolvere, sopravvivere”. E’ da questo punto di vista che si è svolta l’analisi del fenomeno migratorio nel Mediterraneo alla Stazione Zoologica Anton Dohrn di Napoli, dove le migrazioni sono state osservate partendo dagli animali che da millenni migrano attraverso il mondo e il Mediterraneo in particolare, spiegando anche come siano naturali le migrazioni di persone.

“Gli animali che migrano – si legge nella nota del dibattito – intraprendono viaggi con biglietto di andata e ritorno o di sola andata. Gli uomini non fanno eccezione: negli ultimi due milioni di anni il genere Homo ha vagato per il pianeta fino ad arrivare ad abitare tutti i continenti tranne l’Antartide. Le migrazioni hanno influenzato l’evoluzione genetica umana e determinato straordinarie interazioni tra i popoli e culture che sono le fondamenta del mondo che oggi conosciamo”.

Il dibattito è partito così da Ernesto Azzurro, ricercatore dell’Ispra che ha spiegato come “L’identità faunistica del Mediterraneo – ha detto – sta cambiando rapidamente in seguito agli effetti congiunti del cambiamento climatico e all’immigrazione di nuove specie tropicali attraverso il Canale di Suez. Questo processo è uno dei fenomeni biogeografici più rapidi ed imponenti della nostra epoca, uan trasformazione di portata geologica ed irreversibile che ha cambiato per sempre la storia del Mare Nostrum”.

Un punto di vista, quello degli animali, che nel dibattito si è trasferito poi ai migranti attraverso le analisi di Donata Luiselli, professore associato dell’Università di Bologna, e Valerio Petrarca, professore di antropologia all’Università Federico II di Napoli: “Tendiamo a interpretare i fenomeni migratori – ha spiegato quest’ultimo – selezionando pochi aspetti, riguardanti per lo più l’economia, le crisi belliche o il mercato del lavoro, ma ogni scelta migratoria chiama in causa la totalità dei campi in cui le società possono essere osservate, come lungua, culture, religione, rapporto tra generazioni, forme della comunicazione”. (ANSAmed).

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