Francia “Crocifiggiamo i laici”, al Bataclan il rapper algerino

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È polemica in Francia sul rapper Medine, che ha in programma due date al Bataclan, il 19 e 20 ottobre. L’artista, musulmano, è noto per i suoi testi provocatori: nel 2015, una settimana prima dell’attentato alla sede di Charlie Hebdo, pubblicò la canzone “Don’t Laik”, in cui si diceva “crocifiggiamo i laici come sul Golgota” e “metto fatwe sulla testa degli stupidi”; e uno dei suoi primi album si intitolava “Jihad”.

Ma il fatto che un artista che abbia cantato questi pezzi si esibisca proprio nella sala concerti in cui, la notte del 13 novembre del 2015, un commando jihadista prese il pubblico in ostaggio uccidendo 90 persone, ha fatto insorgere la destra francese. “Un sacrilegio”, lo ha definito in un tweet il leader del partito Les Republicains, Laurent Wauquiez. Sul caso si è espressa anche Marine Le Pen, la leader del partito di estrema destra Rassemblement national, l’ex Front national: “Nessun francese può accettare che questo tipo vada a versare la sua spazzatura nello stesso luogo del massacro del Bataclan”, ha scritto su Twitter. E una petizione online lanciata dal suo partito che chiede di vietare il concerto lunedì sera aveva già raggiunto oltre 17mila firme.

Di Le Havre in Francia e di origini algerine, il rapper, 34 anni, ha replicato alle critiche con una dichiarazione ad AFP: “Possiamo lasciare che l’estrema destra detti quali concerti debbano andare avanti e la nostra libertà di espressione? Per 15 anni ho combattuto ogni forma di radicalizzazione nei miei album, il che mi ha portato a essere attaccato dall’estrema destra e dai suoi sostenitori, che distorcono il significato delle mie canzoni”, afferma Medenine. Che in passato ha respinto le accuse di chi lo definisce islamista paragonandosi a un “artificiere che è stato scambiato per uno che pianta bombe”.

Hanno fatto sentire la loro voce anche le associazioni delle vittime del Bataclan. L’ex leader di una di queste, Emmanuel Domenach, a Marine Le Pen se Wauquiez ha replicato così: “È folle che usiate le vittime del terrorismo per la vostra sterile controversia”. E il gruppo di vittime Life for Paris ha difeso il Bataclan, dicendosi contrario alla censura e affermando che la sala concerti dovrebbe essere libera di stabilire chi mettere in calendario. “Non permetteremo a nessuno di usare la memoria delle vittime per fini politici, come in questo caso”, chiarisce l’associazione.

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