Dai Paesi dell’Est un altro schiaffo alle UE: “Non accettiamo ricatti”

Continua a salire la tensione tra i Paesi dell’Est e l’Unione Europea. Diversi Stati membri dell’Est continuano a picconare l’Unione su diversi temi. Primi fra tutti quelli dell’immigrazione e della sicurezza.

Dopo l’Ungheria, la Polonia mette spalle al muro Bruxelles. Varsavia ha ritirato il proprio contingente dalla forza multinazionale di difesa Eurocorps, nata livello di “corpo d’armata di reazione rapida” nel 1992, che fa capo a Bruxelles, anche se agisce sotto comando Nato.

Ne fanno parte truppe di Belgio, Francia, Germania, Lussemburgo e Spagna ed il cui comando è a Strasburgo. In Eurocorps sono presenti anche ufficiali di Grecia, Italia, Turchia e appunto Polonia. Una decisione forte che è tutta in chiave anti-Bruxelles. Ma in questa nuova ondata anti-Ue la Polonia, come detto, non è da sola.

L’altro punto dolente riguarda l’immigrazione. In un vertice tenutosi a Varsavia, Polonia, Repubblica Ceca, Ungheria e Slovacchia hanno attaccato Bruxelles sulle politiche migratorie. “L’idea di legare i fondi che ci sono dovuti dai nostri trattati di adesione alla Ue alle nostre politiche migratorie nazionali è una cattiva idea, e in quanto gruppo di Visegrad non ci lasceremo intimidire”, ha detto con tono duro parlando per tutti il leader magiaro Orbán. “Il gruppo di Visegrad, compresa la Polonia, non accetterà mai questo ricatto, né accetteremo mai di farci dettare condizioni”, ha incalzato la premier nazionalconservatrice polacca. Un fronte comune da Est contro l’Ue che potrebbe scoprire il fianco dell’Unione Europea. La “pax” dei Trattati di Roma è già svanita…

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