UE: l’Italia fuori da procedura deficit, ma non fermi il rigore

ue27 magg – Mancano due giorni a mercoledì 29, ma l’Italia può già oggi tirare un sospiro di sollievo e considerarsi fuori dalla procedura di infrazione europea per deficit eccessivo. L’orientamento favorevole della Commissione Ue è infatti stato reso noto oggi grazie alle prime indiscrezioni sulla bozza del documento di raccomandazione che verrà sottoposto ai 27.

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La Commissione Ue propone di promuovree l’Italia, ma a determinate condizioni, la lista delle cose da fare, resta ancora lunga. Nella bozza di raccomandazioni che accompagnerà il nostro Paese fuori dalla procedura di infrazione per deficit eccessivo, Bruxelles indica sei strade da seguire in futuro.

CONSOLIDAMENTO CONTI PUBBLICI: al primo posto c’é la raccomandazione relativa al proseguimento dell’azione di ‘consolidamento’ del bilancio, più volte richiesto dall’Europa ai diversi Paesi dell’unione europea.

P.A: il documento messo a punto dai servizi del commissario Ue per gli affari economici e monetari Olli Rehn evidenzia la necessità di rendere molto più efficiente la macchina della pubblica amministrazione per alleggerire il sistema produttivo di una zavorra che troppo spesso ne condiziona l’attività e lo sviluppo.

BANCHE: la terza raccomandazione riguarda il sistema bancario italiano. La Commissione chiede all’Italia di intervenire in maniera attiva per renderlo più efficace e produttivo.

LAVORO: nonostante la riforma Fornero, Bruxelles insiste poi su una maggiore flessibilità del mercato del lavoro mettendo l’accento sull’opportunità di una contrattazione maggiormente incentrata sul livello aziendale che non su quello nazionale. Parallelamente, secondo la Commissione, le politiche per la formazione dei lavoratori dovrebbero essere più attente e vicine alle reali esigenze del mercato del lavoro.

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FISCO E CONCORRENZA: la riduzione della pressione fiscale sul lavoro e sulle imprese, nonché una maggiore apertura alla concorrenza del mercato dei servizi sono le altre due ‘raccomandazioni’ che completano il pacchetto messo a punto dalla Commissione.

I servizi rappresentano oltre il 70% dell’attività economica degli Stati membri UE e una percentuale analoga in termini di occupazione.

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