Il karma della Germania porta al declino

Schäuble

di Marcello Foa – Con Wolfgang Schäuble finisce davvero un’epoca e rischia di cominciarne un’altra molto difficile e figlia paradossalmente di alcune regole volute proprio dell’ex Ministro delle Finanze, appena scomparso. Lo hanno descritto come il Ministro del Rigore, spietato con tutti i partner europei. Una decina di anni fa poteva permetterselo, la Germania era davvero la prima della classe: finanze solide, un’economia che tirava, un ruolo geostrategico di cerniera fra la Russia (ovvero energia a basso costo) e la Cina (ovvero export volano per l’industria nazionale). Schäuble impose due misure storiche: la Schuldenbremse , il freno al bilancio inserito nella Costituzione nel 2009, che pone un limite dello 0,35 al deficit di bilancio annuale, tranne circostanze eccezionali come guerre e pandemia. E lo Schwarze Null ovvero il pareggio di bilancio. Andavano bene per quella Germania ma non per quella di oggi. Perché oggi proprio quelle misure sono una delle cause delle difficoltà del suo Paese, che rischiano di trasformarsi in un rovinoso declino.

Lo ha spiegato con grande eloquenza il giornalista Wolfgang Munchau nell’intervista al mio programma radiofonico “Giù la maschera” e andata in onda l’8 dicembre (vedi sotto). Oggi la Germania non ha bisogno di rigore, bensì di riforme molto ampie per rivisitare e rilanciare il proprio modello economico, che fa acqua da tutte le parti. Però resta ancorata ai vecchi schemi. Il cancelliere Scholz, proprio a causa delle due leggi volute da Schäuble, deve tagliare il bilancio pubblico, non ha i fondi per investire. Ed è preoccupante che abbia vinto il braccio di ferro in Europa, perché il nuovo Patto di Stabilità riflette le logiche dei tedeschi, dunque rigore per tutti.

Non c’è progettualità, se non il rispetto di un ecologismo insostenibile, mentre l’industria appare improvvisamente vecchia in un mondo ad altissima tecnologia, soprattutto digitale, obsoleta come le sue infrastrutture. E i cittadini tedeschi non sono affatto docili, né comprensivi. Benché i media non ne parlino il Paese è scosso da proteste a raffica: clamorosa quella degli agricoltori contro il taglio dei sussidi (senza i quali molti falliranno) e che hanno invaso con i trattori Berlino e altre città; i ferrovieri continuano a scioperare e diverse categorie sono sul piede di guerra. Loro non vogliono tirare la cinghia , mentre l’industria arranca, il settore immobiliare crolla e c’è il sospetto che molte Spaarkassen, Casse di risparmio pubbliche, siano in forte difficoltà. In questo contesto non potranno essere i Paesi dell’Unione europea a soccorrere la Germania, favorendone l’export, in quanto la loro economia sarà frenata dal 2024 in avanti proprio dall’austerity voluta dai tedeschi.

I buddisti direbbero: è il Karma di Schäuble, è il Karma di una Germania vittima della sua rigidità e delle sue secolari paure. Le conseguenze ricadranno anche su di noi.

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