“Sono disgustato”, sospira un cliente abituale del Café des Négociants, di fronte alla chiesa di Montfavet. “Quando penso che sono stati dei giovani a fare questo…” commenta l’anziano signore. In questo quartiere di Avignone, l’eco dell’invettiva contro Padre Laurent Milan, sabato sera 10 maggio, si è propagata a macchia d’olio. Domenica mattina, all’ora della messa, l’auto della polizia, stazionata in piazza a scopo precauzionale, non è passata inosservata ai fedeli.
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Secondo la testimonianza dell’uomo di fede, corroborata da quella di uno dei testimoni presenti, la situazione è degenerata non appena la decina di giovani, di età compresa tra i 15 e i 20 anni, è entrata in chiesa. “Uno di loro ha iniziato a correre, altri si sono radunati intorno al prete, gridando insulti”, spiega Isabelle, presente con il marito dopo la messa di mezzanotte. “Abbiamo avuto molte difficoltà a farli uscire”, confida la restauratrice.
“Non mi hanno insultato personalmente; sono stati provocatori e hanno fatto commenti offensivi, come ‘Gesù, ti stiamo fottendo’, contro la religione cattolica”.
Secondo il sacerdote che ha sentito le grida di “Allahu Akbar”, i colpevoli hanno ripetuto “più volte”: “Torneremo e bruceremo la vostra chiesa”, racconta padre Milan, ancora scosso.
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