Le divisioni e la rissositĂ interne alla maggioranza del governo Draghi, che fanno temere per la stabilitĂ politica dell’Italia, non sono il vero problema a livello europeo, visto che ormai situazioni instabili di questo tipo si presentano ovunque nell’Ue; il vero problema viene dalle le spinte anti-Ue, che mettono in discussione la stabilitĂ delle scelte del Paese negli scorsi decenni in Europa, e comportano una sua perdita di reputazione economica sui mercati. Lo ha detto il commissario europeo all’Economia Paolo Gentiloni, in un colegamento video con l’evento di presentazione, all’Ambasciata d’Italia a Bruxelles, del libro-biografia di Romano Prodi “Strana vita, la mia”.
“C’è un grado di instabilitĂ politica – ha osservato Gentiloni – che non è solo italiano: nel secolo scorso avevamo l’Italia che cambiava spesso governo ed era molto instabile, ma oggi c’è instabilitĂ politica nella maggior parte dell’Unione: è la fragilitĂ delle democrazie, come l’ha chiamata Romano Prodi nel suo libro”.
Tendenze populistiche esistono dappertutto nelle democrazie, come dimostrano la vicenda di Capitol Hill a Washington e le tensioni che ci sono anche nell’Ue su questi temi. “I problemi della politica italiana – ha insistito il commissario – non sono unici nell’Ue, ma noi – ha ricordato – abbiamo un debito molto alto, il piĂą alto dell’Unione dopo la Grecia, e dobbiamo tenerne conto”. “E questo – ha continuato il commissario – non solo in omaggio alle regole dell’Ue”, quelle del Patto di StabilitĂ “che comunque per ora abbiamo sospeso”, ma anche perchĂ© “è importante per la sostenibilitĂ del debito, per la reputazione del Paese, per i mercati finanziari.”
“Ci vuole grande cautela – ha avvertito Gentiloni – nell’aumentare la spesa pubblica corrente. E questo non vuol dire predicare austeritĂ : abbiamo uno spazio molto largo, fino al 2026, per gli investimenti del Pnrr” in Italia, e sono investimenti giusti”, nell’ambiente, nelle infrastrutture, nella transizione energetica. “L’Italia – ha sottolineato il commissario – deve concentrarsi su questa spesa, sul debito buono, per il quale l’Ue ci viene in soccorso, ed evitare invece un aumento della spesa corrente” che sarebbe “incomprensibile e inutile”.
Molti si interrogano sul futuro del governo Draghi, al termine della legislatura, “ma ci sono le elezioni, e non è che possiamo evitarle. Siamo governati dalle elezioni e delle soluzioni che troverĂ il Parlamento”. “Ma – ha aggiunto Gentiloni – c’è dell’altro: la reazione quasi istintiva di una parte della nostra politica e del nostro establishment, che di fronte alle difficoltĂ punta il dito contro e le sue istituzioni”.
Spinte anti-UE
“Considero irresponsabile – ha affermato – che al primo riaffiorare di elementi di crisi, improvvisamente, dopo un periodo di accettazione dell’Europa, subito rinascano ostilitĂ antieuropee. Queste spinte anti-UE possono avere anche un impatto sul piano della reputazione economica dell’Italia“, perchĂ© “per il futuro ai mercati non interessa tanto questa o quella tendenza politica, ma la fondamentale stabilitĂ , nell’alveo delle grandi scelte che l’Italia ha compiuto” negli anni. “Quando questa stabilità è stata messa in discussione, quattro-cinque anni fa, ne abbiamo subito conseguenze anche sul piano economico. Dobbiamo stare molto attenti quando ci sono delle difficoltĂ : possiamo risolverle da italiani, con il concorso dell’Ue”, ha concluso Gentiloni. (askanews)

