La Commissione Ue lancerà a luglio una nuova app per verificare l’età degli utenti online e per rafforzare la tutela dei minori sui social
L’app, che anticipa il portafoglio d’identità digitale previsto per la fine del 2026, potrà essere implementata dai Paesi Ue e utilizzata dalle piattaforme per verificare se l’utente ha più di 18 anni senza dover rivelare ulteriori informazioni sulla sua identità, nel rispetto della privacy.
La tutela dei minori
“La protezione dei minori è per noi una priorità”, ha detto la vicepresidente per il digitale, Henna Virkkunen, in un’intervista al Financial Times, assicurando “più azioni” contro le piattaforme che non mettono in campo le garanzie richieste.
L’appello alle società tech
Virkkunen ha esortato le società tech ad adottare volontariamente misure rigorose per proteggere i minori, piuttosto che aspettare che i governi intervengano e li lascino soggetti a regimi diversi in tutto il mondo. “Sarebbe inoltre molto positivo, dal punto di vista della piattaforma, se creassero un design con un livello molto elevato di sicurezza, privacy e protezione per i minori”, ha affermato.
I tre pilastri
Il documento arriva a pochi giorni dal confronto tra i ministri competenti dei Ventisette, al Consiglio Ue telecomunicazioni che si riunirà il 6 giugno. Spagna, Francia e Grecia propongono misure concrete per affrontare i pericoli legati all’uso delle piattaforme online da parte dei minori, puntando su tre pilastri: verifica dell’età, design adeguato all’età e una maggiore età digitale comune a livello europeo.
Benefici e squilibri di Internet
“La modernità digitale ci ha fornito opportunità senza precedenti”, affermano i tre Paesi riconoscendo i benefici di Internet ma denunciano anche “una nuova forma di squilibrio dannoso” ai danni dei più giovani. Le piattaforme, avvertono i tre ministri firmatari, “progettano ambienti che catturano l’attenzione degli utenti e aumentano l’esposizione a contenuti e design dannosi e spesso assuefacenti”.
Ansia, depressione e problemi di autostima
Il documento cita effetti negativi come “ansia, depressione e problemi di autostima” legati all’uso eccessivo dei dispositivi, che può anche “limitare lo sviluppo di capacità critiche e indebolire le relazioni umane”. Nonostante gli sforzi già compiuti dall’Ue, con strumenti come il Gdpr e il Digital Services Act (Dsa), secondo i promotori “molto resta da fare”.
I tre Paesi chiedono che vengano rese obbligatorie alcune misure: “soluzioni integrate di verifica dell’età e software di controllo parentale per tutti i dispositivi con accesso a Internet”, l‘introduzione di una “maggiore età digitale europea” per accedere ai social network, e l’adozione di “norme europee sul design adeguato all’età”, per ridurre le architetture persuasive come “pop-up, personalizzazione del profilo, autoplay”.
Il progetto pilota sul “mini-wallet”
A livello tecnico, la Commissione Ue ha avviato un progetto pilota sul “mini-wallet”, per verificare l’età degli utenti tramite dispositivi. “Proponiamo di adottare un’applicazione a livello Ue che supporti i meccanismi di controllo parentale, consenta la verifica dell’età e limiti l’uso di determinate app da parte dei minori”, si legge ancora nel ‘non paper’ a tre.
Secondo i firmatari l’iniziativa è “non solo una questione di politica pubblica, ma una responsabilità etica verso la prossima generazione”. “Dobbiamo assicurarci che il mondo digitale rimanga uno spazio di crescita e creatività, non una minaccia alla salute e al benessere dei minori”.
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