Violenza sessuale su due bambine, albanese condannato a 3 anni e sei mesi

giudice indipendenza dei giudici

(www.ilrestodelcarlino.it) – Molestava sessualmente due bambine di 11 anni. E’ stato condannato ieri a 3 anni e sei mesi di reclusione per violenza sessuale su minorenni. Una di loro era la figlia della compagna e su di lei ha usato violenza a sfondo sessuale dal 2016 al 2018, ricorrendo a vari modi anche con videochiamate a sfondo erotico. L’altra bambina era l’amichetta, che una volta sola ha avuto le molestie dell’uomo perché se l’è trovata in casa.

Tutto questo, è stato dibattuto ieri in un processo a Pesaro con rito abbreviato avanti al gup Antonella Marrone. Sul banco degli imputati c’era un imprenditore edile di quarant’anni, di origine albanese, residente a Fano, di cui non facciamo il nome per non far riconoscere le vittime, che attraverso l’avvocato Gianluca Sanchini ha negato ogni accusa ma evidentemente senza esser creduto.

Le parti civili, ossia la mamma, la figlia e l’amichetta (oggi maggiorenni) rappresentate dagli avvocati Francesco Coli e Michela Marsili, hanno ripercorso i fatti partendo dall’elemento che ha fatto scoprire ciò che era avvenuto in quella casa. Infatti l’imprenditore albanese aveva sposato una donna che aveva avuto la figlia da una precedente relazione. Qualche anno fa, la moglie del 40enne è costretta a rivolgersi alla procura perché si sente minacciata, seguita, stalkizzata dal marito che viene ammonito dal questore.

L’uomo aveva già avuto una denuncia per stalking da una precedente fidanzata. Dopo la seconda denuncia, viene cacciato da casa. Ma il 40enne continua ad impaurire la moglie che nel frattempo chiede la separazione. Altra denuncia per stalking che porta i carabinieri ad ascoltare i componenti della famiglia. E proprio in quel momento, nel 2021, la figlia della donna rivela per la prima volta (l’aveva confidato solo ad una amica) ciò che le era accaduto dall’età di 11 anni a 13 anni, ossia di esser stata costretta a subire toccamenti nelle parti intime da parte del marito della madre e videochiamate a sfondo sessuale.

Il giudice ha ritenuto provate le accuse ed ha condannato l’imprenditore 40enne a 3 anni e mezzo di carcere. Per il risarcimento danni, si farà una causa civile.

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