Renzi: “non sono interessato alle poltrone”

Matteo Renzi, in un’intervista alla “Repubblica”, spiega perché sono false le motivazioni di chi lo accusa di aver salvato Alfonso Bonafede solo per attaccamento alla poltrona. “L’ho chiamata vendetta, dovevo dire giustizia. È in nome della giustizia che, se avessi seguito solo il merito della questione, Alfonso Bonafede non sarebbe più Guardasigilli“, afferma ripetendo le cose dette ieri a palazzo Madama.

Le poltrone possono tenersele, a me interessa la politica – giura l’ex premier – io voglio sbloccare i cantieri, una politica industriale, un’iniezione di fiducia che consenta al Paese di ripartire. Noi condividevamo non solo la mozione di sfiducia di Emma Bonino, ma anche larga parte di quella del centrodestra. In più Bonafede è diventato ministro in nome del giustizialismo. Quattro anni fa diceva che un politico si deve dimettere anche solo se c’è un sospetto. Folle. Oggi il garantismo ha dato una lezione di stile ai giustizialisti. E poi c’è la politica. Una crisi oggi farebbe male al Paese”.

“Conte – prosegue Renzi, spiegando perché, pur considerando fondate le tesi di inadeguatezza del Guardasigilli sostenute nelle due mozioni di sfiducia, Iv non le ha votate – ha scelto di metterci di fronte a un bivio e io per l’ennesima volta ho scelto di mettere da parte le mie esigenze personali per mettere davanti l’Italia. E anche stavolta, come ad agosto per mandare a casa Salvini, siamo stati decisivi”.  adnk

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