Censuravirus, Toscana Tv non manda in onda intervista ad Aldo Grandi

di Aldo Grandi

Ognuno, per carità, a casa sua fa quel che vuole, figuriamoci, poi, se a dirlo è uno che, come chi scrive, questa massima considera irrinunciabile. Tuttavia, mai e poi mai gli era capitato, in passato, di venire ‘oscurato’ per il suo linguaggio maleducato e offensivo. Nei confronti di chi, poi, non si riesce a comprendere. Ma andiamo con ordine.

Alcuni giorni fa la collega Mariella Bonacci ci contatta, come fa ogni tre mesi o giù di lì, e ci dice che vorrebbe farci la tradizionale intervista televisiva per Toscana Tv visto che, a quanto risulta, ogni volta che mandano in onda la nostra faccia e le nostre parole, ci sarebbe una maggiore attenzione da parte degli spettatori. Accettiamo senza indugio nonostante i molti impegni anche perché Mariella è persona squisita, merita rispetto e considerazione per la sua professionalità e, inoltre, non c’è stata una sola volta in cui Toscana Tv ci abbia ‘censurato’.

Mariella con il suo operatore effettuano, quindi, la loro intervista presso la redazione della Gazzetta di Lucca a S. Alessio e come sempre accade, si tratta di una chiacchierata nella quale niente è preordinato, programmato, concordato. Mariella Bonacci domanda, noi rispondiamo senza limiti salvo quelli dettati dal non voler incappare in eventuali querele.

Passano alcuni giorni ed ecco che la collega ci chiama dicendoci che l’editore, Maurizio Salvi, ha deciso di non mandare in onda il servizio perché era troppo volgare, pieno di parolacce e non rispondeva ai criteri di legge. Effettivamente il nostro intervento aveva avuto qualche nota di colore, con qualche parola  effervescente, ma non ci era sembrato fosse così diverso da altri in passato e, comunque, in Tv, su quelle nazionali, ne sentiamo di peggio.

Riusciamo a rimediare il cellulare di Salvi e lo chiamiamo. Gentilmente ci fa notare che a suo avviso l’intervista era offensiva e poco educata. Non ci dice verso chi, facciamo notare che è padrone di fare quello che vuole, e che avremmo scritto un pezzo in proposito. Dopodiché salutiamo cortesemente.

Poco dopo ci avvisa la collega Bonacci che il suo editore, Salvi appunto, l’ha chiamata accusandola di averci dato il telefono personale e di essere rimasto molto male per questo. Capisce, Bonacci, inoltre, che la telefonata equivale, visto anche l’andazzo degli ultimi tempi, a una sorta di manifesto non gradimento del proprio lavoro.

Prendiamo atto di essere stati involontaria causa di uno screzio – e forse qualcosa di più – nell’ambito lavorativo della nostra collega e, nel pensarlo, cominciamo a domandarci che cosa possiamo aver detto di così grave, offensivo e maleducato da giustificare l’accaduto.

Ripercorriamo, a ritroso, l’intervista e cerchiamo di ricordare i vari passaggi.

Bene, prima di tutto si è toccato il tema delle sardine, pesce che, a nostro modesto avviso, è meno pregiato delle acciughe e, comunque, a noi non piacciono i pesci che viaggiano in branco, ma quelli, molto più saporiti e appetitosi, che si muovono da soli. Aggiungiamo anche che le sardine sono per la maggior parte giovani che ancora nemmeno sanno che cosa li aspetta nella vita e che hanno, a casa, come le generazioni della contestazione del Sessantotto e del Settantasette, i genitori o altri che gli preparano la sedia sotto il culo.

Altro passaggio è quello relativo a Matteo Salvini e all’immigrazione selvaggia cui siamo condannati da un governo di peracottari senza spina dorsale. Abbiamo fatto notare che in questo paese di merda – testuale – pare che lo sport preferito sia di dare addosso a Salvini, l’unico con un minimo di dignità che ha saputo e provato a difendere i nostri confini e la nostra identità oltreché il buonsenso e la legge. Che cosa ci ha guadagnato? Un processo. Roba da pazzi.

Sempre per l’immigrazione abbiamo anche aggiunto che non se ne può più delle ong e degli immigrati che partono dalle spiagge della Libia per attraversare il Mediterraneo e non si rendono conto che rischiano di affogare, da coglioni. In realtà sanno benissimo che poco fuori le acque territoriali libiche ci sono le ong che li caricano senza problemi e dopo che gli scafisti li hanno sistemati sui barconi dopo aver riscosso il loro lauto guadagno. Ed essere contro l’immigrazione selvaggia non vuol dire essere razzisti, casomai lo sono quelli che la vogliono a tutti i costi.

Ci sembra di aver anche toccato l’argomento Mattarella, dicendo semplicemente che in questo Paese parlare male o criticare il presidente della Repubblica è come parlare male, all’epoca del nazionalismo e del fascismo,  di Garibaldi: impossibile. Che cosa, poi, dirà mai di così intelligente Sergio Matteralla dobbiamo ancora comprenderlo.

Abbiamo anche detto, ci pare, che la sinistra fa schifo e si dovrebbe vergognare, ma non ci pare di aver detto niente di strano.

Abbiamo anche dichiarato, ci pare, che in Italia il vero problema è la criminalità, micro o macro non importa, e che gli italiani si sono rotti il cazzo – testuale ci sembra – di dover temere della propria sicurezza e che, come sosteneva Thomas Hobbes, l’autore del Leviathan (non è una sardina ndr) non può esistere una società senza ordine mentre la sinistra vuole e fomenta il disordine disorganizzato.

Infine, la provocazione più spinta e che, alla luce di quello che sta accadendo in queste ore sul fronte Coronavirus, la dice tutta. Abbiamo solamente detto che i cinesi, fino a quando arrivano in Italia con il ‘sorcio in bocca’ ossia con i soldi pronti per comprare e prendere, anche, sonore fregature, bene bene, ma se, per puro caso, hanno anche bisogno di una mano o di un sorriso in un momento di difficoltà, nisba. E tutto, aggiungiamo noi, perché non hanno la pelle nera e l’abitudine di attraversare il Mediterraneo a nuoto né di chiedere l’elemosina davanti ai bar e di vivere senza fare una sega. Non è forse così del resto? I cinesi non amano farsi compatire né compiangere e non li abbiamo mai visti chiedere l’elemosina giorno dopo giorno di fronte ai locali pubblici. Questione di razza? No, di dignità.

Ecco qua. Ci sembra di aver detto tutto quello che abbiamo riferito nell’intervista. Confermiamo che Salvini, in sostanza e nonostante i suoi limiti e i suoi, probabili, difetti, è l’agnello sacrificale contro il quale la Sinistra becera e schifosa si scaglia perché non ha niente da dire né da offrire. E i giovani, piccoli dementi, le corrono dietro. Vogliamo proprio vedere se fra dieci anni sono ancora lì a fare la pipì addosso al muro.

Caro Maurizio Salvi, quindi, lei ha tutto il diritto di non mandare in onda la nostra intervista, ma noi abbiamo il nostro di chiederle se il video, di sua, immaginiamo, proprietà, lo può girare a noi che lo pubblichiamo sulle nostre Gazzette. Penso sia possibile visto che tanto, a lei, frega nulla del suo contenuto. Ci dispiace, sinceramente, che per colpa nostra a pagare sia stata la sua collaboratrice Mariella Bonacci, persona vera, verace e con gli attributi quando servono.

Per il resto, la salutiamo senza invidia ricordandole che, mentre lei e la sua televisione prendete contributi regionali che sono anche soldi nostri, noi viviamo, alle Gazzette, di sola pubblicità privata visto che da questo governo regionale o statale, preferiamo non ricevere alcunché.

P.S. Dimenticavamo un altro punto dell’intervista: quello in cui dicevamo che gli italiani sono stanchi del politicamente corretto tanto caro a lei e alla sinistra. Gli italiani si sono rotti le scatole (ed è un eufemismo ci creda) di essere buoni solamente per essere spremuti, con tasse al 65 per cento e imposte da urlo che ci distruggono l’esistenza. E vorrebbero farci credere che saranno i clandestini di oggi a salvarci la vita e a darci le pensioni? O che è tutta colpa di Salvini? Ma finitela di prenderci per le chiappe. Noi, a differenza di altri, l’anello al naso lo abbiamo tolto da un pezzo. Anzi, non l’abbiamo mai avuto.

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