âMotto mussoliniananoâ. Non solo Rita Pavone. La paranoia di sinistra non si ferma. Sul Festival di Sanremo si abbatte unâaltra censura . Stavolta la vittima social è Achille Lauro. Il suo brano sanremese si intitola âMe ne fregoâ. Lâannuncio del titolo del brano che il cantante romano porterĂ sul palco dellâAriston a partire dal 4 febbraio 2020 è arrivato durante la puntata speciale de âI soliti ignotiâ, su Rai1.  Rita Pavone a Sanremo, sinistra dellâodio scatenata âè sovranistaâ
Achille Lauro accusato di fascismo – La presenza di Achille Lauro in gara era stata giĂ anticipata nei giorni scorsi. Ma il titolo del suo brano âMe ne fregoâ è stato dato successivamente. Apriti cielo. La paranoia degli antifascisti corre su Twitter e sui social. Accusano di fascismo il cantante trap romano rivelazione dello scorso anno con il brano Rolls Royce. TornerĂ allâAriston con Me ne frego e si stanno aprendo le caterette del signore. Basta la parola, basta il titolo. âEâ un brano mussolinianoâ assicurano i leoni d tastiera. Che la canzone non hanno nemmeno ascoltato. CosĂŹ, è bastato che Amadeus parlasse, citando il brano âMe ne fregoâ, per provocare una nuova ondata di indignazione. Come per Rita Pavone e oltre.
Achille Lauro non è nuovo alle polemiche. Lo scorso anno il suo brano Rolls Royce fu molto criticato come un âinno alla drogaâ un poâ da tutti. Il testo, comunque â scrive il sito Giornalettismo â non sarĂ reso noto prima del via di Sanremo, il prossimo 4 febbraio. Ma agli antifascisti in servizio permanente effettivo basta il titolo per tacciarlo come un brano fascista. Il titolo âMe ne fregoâ ricalca alcune dichiarazioni pubbliche rilasciate da Benito Mussolini tra il 1904 e il 1927. Lâespressione è entrata a far parte del vocabolario fascista del ventennio. Ma si tratta anche di un modo di dire molto diffuso in special modo tra i giovani. Senza alcuna attinenza con il Ventennio. Ma tanto basta alle vestali dellâantifascismo per fare cagnara.

