Rackete contro le autorità italiane: ‘sequestro Sea Watch una perdita di tempo’

“Questo sequestro è una perdita di tempo ingiustificabile e un abuso volto a impedire gli sforzi per salvare vite. Se i governi non agiscono, come cittadini europei dobbiamo fare in modo che nessuno muoia in mare, almeno fino a quando non ci sarà un’adeguato dispositivo di soccorso e alternative sicure e legali alla migrazione, non nelle mani dei trafficanti”.

E’ questo il commento della comandante Carola Rackete a seguito del dissequestro penale della Sea Watch 3 disposto dalla Procura di Agrigento, seppure la nave resta bloccata sotto sequestro amministrativo nel porto di Licata per effetto dell’allora decreto-sicurezza bis. ADNKRONOS

Il pm Gloria Andreoli della Procura di Agrigento ha disposto il dissequestro perché “non residuano esigenze probatorie che giustifichino il mantenimento del sequestro”. La Rackete, accusata di resistenza a pubblico ufficiale, danneggiamento e resistenza o violenza contro nave da guerra, difesa dagli avvocati Leonardo Marino e Alessandro Gamberini, fu anche arrestata, salvo poi venire rimessa in libertà dal gip che non ha convalidato il provvedimento. L’ufficio diretto da Luigi Patronaggio e Salvatore Vella ha ritenuto che non sussistessero più ragioni per mantenere il sequestro penale.

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