L’Europa questa mattina si è svegliata ancora una volta nel terrore. La strage di Strasburgo ha riportato le lancette degli orologi agli attentati di Parigi e di Bruxelles di qualche anno fa. Questa volta però forse la mattanza poteva essere evitata. L’uomo che ha sparato senza scrupoli sulla folla è Cherif. C. un soggetto già identificato come “S” (persona radicalizzata) era a piede libero in Francia. Adesso, mentre almeno 350 uomini gli stanno dando la caccia, emergono alcuni retroscena inquietanati sul suo conto. L’uomo aveva già subito almeno 20 condanne per reati comuni. Era stato in carcere in Francia e in Germania e proprio ieri mattina doveva essere arretstato nuovamente.
Troppo tardi però. Ha deciso di colpire e di seminare una scia di sangue. Proprio in galera nel 2016 era stato segnalato dall’antiterrorismo francese e indicato come ’fiche S’ per violenze e proselitismo religioso. Insomma tutte le informazioni in mano all’intelligence francese e alla polizia portavano nella direzione di una strage. Un gesto folle e ferocoe che ha provocato la morte per il momento di tre persone e il ferimento di altre 12.
L’attentatore, beffa delle beffe, è fuggito per i vicoli e le strade di Strasburgo a bordo di un taxi. Ora la polizia gli dà la caccia su tutto il territorio nazionale. E alla mente torna la vicenda di Anis Amri, il terrorista dei mercatini di Natale di Berlino ricercato per giorni e poi ucciso dopo un conflitto a fuoco dalla polizia italiana a Sesto San Giovanni.