Riforma fisco, ma quale “salva Cav”? Il decreto salva banche e multinazionali

++ Renzi, faremo riforme mantenendo limite 3% deficit/Pil ++

 

La riforma del fisco approvata il 24 dicembre tornerà in Cdm per essere rivista. La decisione del premier Renzi è stata presa per evitare l’applicazione di una norma che cancellerebbe la condanna di Berlusconi nel processo Mediaset, ridandogli la possibilità di candidarsi. Ma la decisione del premier non ha placato le polemiche sulla presenza del comma che esclude la punibilità se l’importo delle imposte sui redditi evase non è superiore al 3 per cento dell’imponibile.

Visco: “Il decreto depenalizza di tutto” – Per l’ex ministro del Tesoro,Vincenzo Visco, “non ha senso”, ma il decreto introduce ”una depenalizzazione di tutto, cominciando dall’elusione, in contrasto logico col fatto che in sede Ocse e G20 ci battiamo contro le multinazionali che operano in questo modo’‘. In un’intervista al Corriere della Sera Visco ha dichiarato: “Chi fa fatture false per mille euro non è punibile. Ma se una fattura è falsa è falsa, non c’è da mettere limiti. Uno può fare una cartiera che produce fatture false per cento, mille contribuenti e non viene punito? È inquietante”, rileva Visco. Inoltre ‘‘tutte le frodi colpite negli ultimi anni nelle quali sono stati usati strumenti derivati dalle banche d’affari vengono depenalizzate”.

Visco critica anche il passaggio della soglia di punibilità da 50mila a 150mila euro. ”Questo vuol dire che l’evasore fino a 3-400 mila euro di materia imponibile non è punibile penalmente: forse è troppo”, osserva. ”E poi non è più reato l’imputazione di costi non inerenti all’attività d’impresa, cioè ad esempio quando si portano in deduzione costi di consumi che sono del contribuente o dei suoi familiari. Non è più reato – prosegue – neanche l’omessa dichiarazione del sostituto d’impresa, questa deve essere stata una dimenticanza”.

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