Mobilitazione per la revoca del Premio Nobel per la Pace a Obama

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31 ago –  Gli Stati Uniti d’America sono l’unico Stato al mondo che ha usato tutte le principali armi di distruzione di massa: le bombe nucleari in Giappone, le armi chimiche in Vietnam, missili radioattivi a uranio impoverito nei Balcani e in Iraq. Con queste credenziali il Premio Nobel per la Pace Barack Obama si appresta a bombardare la Siria con missili radioattivi a uranio impoverito per sanzionare Assad perché avrebbe usato le armi chimiche contro la popolazione civile. L’amministrazione americana ha detto di avere le prove ancor prima che gli investigatori delle Nazioni Unite iniziassero la loro ispezione in Siria.

Per contro la Russia ha consegnato alle Nazioni Unite le fotografie scattate dai satelliti che dimostrano il contrario, ossia che le armi chimiche sono state usate dai sedicenti ribelli, ovvero dai terroristi islamici. Anche il magistrato Carla Del Ponte ha detto che le uniche prove certe evidenziano che sono stati i terroristi islamici a usare le armi chimiche in Siria. Del Ponte, ex procuratore capo del Tribunale penale internazionale, fa parte della Commissione dell’Onu chiamata a indagare sulla guerra e sulla violazione dei diritti umani in Siria: “Abbiamo potuto raccogliere alcune testimonianze sull’utilizzo di armi chimiche, e in particolare di gas nervino, ma non da parte delle autorità governative, bensì da parte degli oppositori, dei resistenti”.

Contemporaneamente le quotazioni in borsa dell’azienda che produce i missili Tomahawk, quelli con cui Obama bombarderà la Siria, registrano i loro massimi storici. Obama ha fatto sapere che vuole limitarsi al lancio di questi missili per tre giorni, il tempo da lui considerato adeguato per punire Assad e persuaderlo a non usare ulteriormente le armi chimiche. Il costo complessivo di questi 3 giorni di punizione a suon di bombardamenti missilistici è stato stimato in 126 milioni di dollari. Una guerra quindi non solo “mordi e fuggi” ma anche low-cost, a basso costo, come si conviene in tempi di crisi economica. L’ammontare delle vittime umane e dei danni materiali che questi missili produrranno non viene preso in considerazione: a pagare saranno i siriani.

Perché Obama si ostina a fare una guerra del tutto infondata e perché si ostina a sostenere, indebolendo il regime di Assad e l’Esercito regolare, a consolidare i terroristi islamici che militano in seno ai Fratelli Musulmani, ai Salafiti e a Al Qaeda? Possibile che non sappia che si tratta di criminali che oltre a decapitare sono arrivati a squartare il torace per mangiarne il cuore e il fegato perché così avrebbe ordinato il loro Allah?

Escludendo che Obama non sappia ciò dal momento che si tratta di informazioni pubbliche alla portata di tutti su Internet, l’unica giustificazione possibile è che egli è succube e sottomesso ai poteri forti dei mercanti d’armi, del petrolio, della finanza speculativa e delle multinazionali dedite alla ricostruzione dei Paesi rasi al suolo.

Ebbene, cari amici, tutto ciò non si addice a un Premio Nobel per la Pace conferitogli fin troppo precipitosamente a pochi mesi dalla sua elezione nel 2009. Per questo ti chediamo di aderire al sondaggio per la revoca del Premio Nobel per la Pace ad Obama e contro la guerra americana in Siria.

Qui sotto nel riquadro clicca “Sì” se anche tu sei favorevole alla revoca del Premio Nobel per la Pace a Obama. Ugualmente clicca “Sì” se anche tu sei contro la guerra americana in Siria.

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34 thoughts on “Mobilitazione per la revoca del Premio Nobel per la Pace a Obama

  1. Più che revocare il premio, metterei lui e la sua bella famiglia a provare gli effetti dei missili che sgancia…

  2. I governi americani, spratutto dall’11/9/2001, hanno aggredito terzi paesi i quali mai hanno causato danni o dichiarato guerra all’America. Questo comportamento è anche contrario alle risoluzioni per le quali fu istituito il processo di Norimberga. Di conseguenza l’America dovrebbe essere tratta come la Germania nazista dalla quale ha assunto gli stessi connotati. L’America non sta esportando nessuna democrazia popolare ma una DEMOKRAZIA ELITARIA che si configura più con una dittatura globale plutocratica.

  3. Non sono gli americani che vogliono la distruzione della Siria …..per il momento e’solo Barack Obama e gli czar a sua disposizione…..Obamarooom
    Cosi’e’chiamato da me aspetta la risposta dal congresso che sono tutti republicani vuol dire della destra, la sinistra e’ il senato che favorevolmente sono in carrozza con Obamaroom. I Rep.cani sono in vacanza …..entrano il
    9-9. Favorola Anna come vedi non sono tutti gli americani che vogliono la Siria polverizzata..come io vorrei Assant in prigione….!

  4. il premio nobel per la pace a mio avviso è solo uno specchietto per le allodole la pace c’entra come i cavoli a merenda

  5. Dei guerrafondai che hanno usato armi chimiche, torture e guerre, non hanno il diritto di interferire nei problemi della Siria, tanto più che i massacri e le armi chimiche sono stati finanziati dagli occidentali!
    Si alla revoca del Nobel e no alla guerra contro Assad e quei poveri siriani!

  6. Per me gli americani si stanno macchiando dei più grandi crimini e li stanno compiendo anche in Siria tramite mercenari pagati dal Pentagono.
    Voglio la revoca del Nobel ad Obama che è stata una vera e propria truffa!
    E’ vergognoso che si parli di guerra alla Siria dopo che sono state inviate dagli occidentali le armi chimiche!
    E’ vergognoso anche dire di no al nucleare all’Iran, quando tutti noi siamo pieni di questi arsenali!!!
    Siamo degli ipocriti guerrafondai!

  7. Il Nobel è sempre stato aggiudicato ai grandi meriti conseguiti ,a Obama
    glielo hanno dato all’inizio del suo mandato. Non capisco il vero senso.

  8. Si. Revoca.
    Si. Revoca.

    Non mi ha mai convinto quest uomo.
    Il Nobel x la Pace ad un 40enne…..a inizio carriera, imbarazzante.

  9. Revocarlo o lasciarglielo non fa nessuna differenza: il Nobel per la pace, dopo che è stato assegnato anche a dei terroristi come Arafat o come Mandela non ha più alcun valore. E’ solo una pagliacciata comunista.

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