Rapporto su liberta’ religiosa: i cristiani sono i piu’ perseguitati

19 ott – I cristiani sono i piu’ esposti alle discriminazioni e alla persecuzione. Per quanto non siano l’unico gruppo religioso a dover pagare il prezzo della propria fede, nel mondo le diverse denominazioni cristiane sono quelle che oggi soffrono maggiormente a causa di limitazioni alla liberta’ religiosa.

E’ quanto emerge dalla XI* edizione del Rapporto sulla Liberta’ religiosa nel mondo, pubblicato dalla Fondazione di diritto pontificio Aiuto alla Chiesa che Soffre. Il volume nato nel 1998, sebbene redatto da una fondazione cattolica, non si limita a denunciare le limitazioni alla liberta’ religiosa subite dalle sole comunita’ cristiane, ma riporta il grado di tale diritto in 196 Paesi, con riferimento alla condizione dei fedeli di ogni credo. Ognuna delle 196 schede analizza i principali avvenimenti del 2011 e della prima meta’ del 2012, avvalendosi di fonti locali – ACS finanzia ogni anno oltre 5mila progetti in 145 Paesi – e di diverse pubblicazioni.

Durante il periodo in esame, non vi sono stati miglioramenti nella maggior parte dei paesi in cui gia’ si erano verificate violenze anti-religiose. Ad esempio si e’ ulteriormente abbassato il livello di tutela della liberta’ religiosa in Cina – specie per quanto riguarda i cattolici – con l’intensificazione dei tentativi governativi di assoggettare le diverse comunita’ religiose al controllo dello stato.

Si riscontra altresi’ una tendenza positiva in termini di consapevolezza relativa al tema della liberta’ religiosa nell’opinione pubblica, dovuta in gran parte all’aumento della copertura mediatica e ad una maggiore disponibilita’ d’informazioni. Ne sono prova gli interventi legislativi di vari stati Europei e l’impegno mostrato dagli organi legislativi e dai governi nazionali – come i parlamenti italiano, belga e tedesco – le numerose dichiarazioni del Parlamento Europeo, nonche’ l’impegno di alcune organizzazioni internazionali, nel portare all’attenzione il tema della persecuzione religiosa.

Se sul piano legislativo, si legge nel rapporto, si riscontrano passi in avanti, lo stesso non si puo’ dire riguardo alle violenze e alla persecuzione. Perche’ le minacce alla liberta’ religiosa non accennano a diminuire.

Destano oggi preoccupazione Paesi che, sotto il profilo della liberta’ religiosa, godevano nel recente passato di una relativa calma – Tunisia, Libia, Egitto e Siria – e aumenta la pressione dell’estremismo islamico in alcune nazioni africane – Kenya, Mali, Nigeria, Chad – che rischia di destabilizzare gravemente importanti aree del continente.

E continuano a preoccupare in India, le cosiddette ‘leggi anti-conversione’‘, spesso alibi per abusi di potere, in particolare in alcuni Stati indiani, nonostante la Costituzione nazionale riconosca il diritto alla liberta’ religiosa. Dei 196 Paesi analizzati, 131 sono a maggioranza cristiana. asca

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