L’iniziativa cinese della nuova via della seta, alla quale ha aderito anche l’Italia, “potrebbe compromettere l’unità dell’Ue†con investimenti “in attività sensibili e strategiche†che hanno il potenziale di “incidere sulla sicurezza e sull’ordine pubblicoâ€. È quanto afferma la Corte dei conti europea nel nuovo rapporto in cui vengono messi in luce i molteplici rischi, ma anche le opportunità , del memorandum d’intesa firmato da 15 Paesi Ue sul maxi-piano di infrastrutture e relazioni economiche ideato da Pechino, sempre più protagonista nel commercio globale.
I rischi – – Tra le principali criticità si evidenzia la “mancanza di reciprocità nei rapporti Ue-Cina†dovuta a un “vantaggio economico sleale di cui godono le imprese cinesiâ€. In particolare, “il finanziamento, da parte di imprese di proprietà dello Stato cinese, di debiti ingestibili nell’Ue e in Paesi non-Ue†rischia di tradursi in “insolvenze e perdita di garanzie strategicheâ€. I magistrati mettono in guardia anche sul fronte delle conquiste sindacali in quanto “le imprese cinesi che effettuano investimenti esteri non rispettano i diritti sociali dei lavoratoriâ€. Emergono inoltre rischi di natura legale perché “gli investimenti cinesi non sono conformi alla normativa finanziaria dell’Ue” come quella “sul riciclaggio di denaro” e inoltre “i progetti infrastrutturali nell’Ue sono aggiudicati in modo irregolare a offerte cinesi artificialmente basseâ€. “Il calcolo delle risorse proprie dell’Ue – scrivono ancora i magistrati contabili – è inficiato da frodi sui dazi doganali e sull’Iva nelle importazioni cinesiâ€.
Le (poche) opportunitÃ
Gli investimenti cinesi nell’Ue – evidenzia la Corte – sono aumentati negli ultimi due decenni e possono anche produrre effetti positivi sulle economie dell’Europa e del mondo, come favorire la crescita e l’occupazione. Ad esempio, i rapporti economici con Pechino possono promuovere “interessi comuni tramite una relazione bilaterale più robustaâ€. Ci potrebbero anche essere vantaggi di natura monetaria perché “l’euro si apprezza grazie al fatto che le riserve cinesi in valuta estera vengono convertite per acquisire attività denominate in euroâ€.
I magistrati Ue guardano con sospetto l’adesione individuale al memorandum sulla nuova via della seta da parte dei Governi che non hanno nemmeno chiesto un parere a Bruxelles prima della firma. “Alla data della presente analisi – scrivono infatti i magistrati – la Commissione afferma che non è stata informata di alcun memorandum d’intesa di tal genere firmati da Stati membri dell’Ueâ€. “Sarebbe necessario – conclude la Corte di conti – che gli Stati membri agissero come Unione, insieme alle istituzioni dell’Ueâ€.

