
“Sono povero e devo affrontare il dileggio”. Quello di oggi è un Filippo Nogarin diverso rispetto a come siamo stati abituati a vederlo. Sembrano infatti lontani i tempi in cui l’ex sindaco di Livorno veniva venerato dal suo Movimento 5 Stelle. Venerazione che durò fino al 10 settembre 2017 quando l’alluvione della cittĂ costò la vita a otto persone e l’imputazione per concorso in omicidio colposo a Nogarin.
“Mi hanno appiccicato sulla spalla la lettera scarlatta – racconta al Fatto -. Cerco un lavoro, sono un ingegnere che ha chiuso il suo studio per fare politica. Mia moglie si è licenziata quando fui eletto sindaco, perchĂ© tre bambine in casa dovevano essere accudite“. Nogarin si appella ai Cinque Stelle, perchĂ© “desidero impegnarmi, ma loro mi evitano, evidentemente non sono una buona compagnia“.
Solo uno tra i grillini sembra non perdere un po’ di magnanimitĂ : “Devo ringraziare Federico D’IncĂ , il ministro per i Rapporti col Parlamento, che mi ha chiesto di collaborare con lui. Ma sono 40 mila euro lordi all’anno. Tolga le spese di soggiorno a Roma, i trasporti, mi restano mille euro netti al mese sul quale conta la mia famiglia e anche la banca. PerchĂ© ho le rate del mutuo di casa da saldare”.
Insomma il pentastellato non riesce ad arrivare a fine mese. Una situazione che sembra però non far breccia nel cuore del capo politico: “Di Maio è vendicativo” e allora cosa ci si può aspettare. liberoquotidiano.it
