
Commentando la proposta di Léon di un ‘blocco navale’ delle coste libiche, il ministro degi Esteri, Paolo Gentiloni afferma: Per l’Italia “ora è cruciale che ci sia un buon esito del negoziato” a Rabat. Gentiloni poi sottolinea che le migrazioni e la minaccia terroristica “sono due aspetti diversi” e che per la presenza navale, la Marina italiana “sta facendo il suo lavoro normale” e che “se ci sarà un accordo” a Rabat “l’Europa deve rafforzare la presenza navale di controllo e di salvataggio in mare” per l’emergenza immigrazione.
Proprio nelle scorse ore Frontex, l’agenzia della Unione europea che si occupa di protezione delle frontiere, ha allertato sul fatto che 500mila-1 milione di persone sarebbero pronte a lasciare la Libia per approdare in Europa.
L’inviato ONU – “C’è una misura che l’Unione Europea può prendere subito: presidiare in forze il mare davanti alla Libia. L’Italia non può farlo da sola, ha bisogno di aiuto. Sono certo che il consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite appoggerebbe l’iniziativa”. A dirlo, in un’intervista al Corriere della Sera, è Bernardino Léon, l’inviato dell’Onu impegnato nella mediazione, in Marocco, tra le fazioni libiche per la creazione di un governo di unità nazionale in grado di arginare l’avanzata dell’Isis. Negoziati che proseguono, non senza qualche difficoltà, ma Léon precisa: “Cologo comunque un clima di moderato ottimismo”.
L’inviato dell’Onu giudica inoltre irrealistica, al momento, l’ipotesi di un intervento militare straniero nel Paese, compresa una missione di peacekeeping. “Stiamo lavorando a un’altra ipotesi: organizzare missioni di polizia con alto contenuto di specializzazione da schierare in diverse aree molte pericolose”.