di Fausto Biloslavo – L’imam che guida le preghiere nella piazze italiane immortalato, con un lanciarazzi Rpg, in mezzo ad una falange di armati e mascherati di Hamas. Il capo genovese della rete in Italia, che parlava con i vertici dell’organizzazione terroristica, vezzeggiato da noti esponenti islamici del nostro paese. Il suo braccio destro, che rimane nell’ombra, viveva in un ex convento della Curia fiorentina.
A pagina 266 dell’ordinanza di custodia cautelare che ha sgominato la rete di Hamas in Italia viene pubblicata una fotografia, che non lascia dubbi. Gli inquirenti l’hanno trovata nel server dell’Associazione Benefica La Cupola d’Oro, che serviva a raccogliere fondi per l’organizzazione terroristica. In mezzo a un manipolo jihadista delle brigate Ezzedine al Qassam, l’ala militare di Hamas, spicca con il barbone e lancia razzi Rpg in spalla, Ryyad Abdelrqhim Jaber Albustanji, arrestato ieri. Un imam che ha guidato le preghiere in diverse piazza d’Italia.
Nel 2013 era stato invitato da Davide Piccardo, del Coordinamento delle associazioni islamiche, alla conclusione del Ramadan all’Arena civica di Milano sollevando una levata di scudi per i precedenti elogi di Albustanji ai bambini kamikaze di Gaza. Ospite frequente nelle moschee dell’Unione delle Comunità Islamiche è stato invitato a predicare anche a Torino. Una foto postata su Facebook lo ritrae, guarda caso, con l’imam Mohamed Shahin, appena liberato dai giudici, che doveva venire espulso per motivi di sicurezza nazionale. Albustanji, secondo gli investigatori, era membro del comparto estero di Hamas e una specie di leader spirituale della rete in Italia, che fa capo a Mohammed Hannoun. L’ingegnere giordano-palestinese, trapiantato a Genova, faceva l’imam nel Centro islamico.
“Gli arresti hanno scoperchiato un’attività radicata nel tempo, strutturata sul territorio e con collegamenti transnazionali sia in Europa che in Medio Oriente” spiega Giovanni Giacalone, esperto di terrorismo islamico – Le intercettazioni mostrano anche contatti diretti tra Hannoun e Ismail Haniyeh uno dei capi di Hamas ucciso dagli israeliani a Teheran.
Ad Hannoun erano vicini, in una sorte di rete esterna non coinvolta nelle indagini, noti personaggi islamici di casa nostra, che hanno espresso solidarietà per il recente daspo da Milano. Mahmoud Asfa, della moschea di via Padova, ha predicato assieme al sospetto capo di Hamas in Italia. Sua figlia, Nibras Asfa, era la sardina islamica che nel 2019 aveva scimiottato in piazza Giorgia Meloni in nome dell’orgoglio musulmano. Il marito è Sulaiman Hijazi, ora sparito dai radar, che si faceva i selfie con la discussa rapporteur dell’Onu Francesca Albanese, ed era uno degli stretti collaboratori di Hannoun.
Nelle intercettazioni dell’ordinanza parla con la moglie confermando che il denaro va alla muqawama, la resistenza, ovvero Hamas.
L’imam torinese Brahim Baya, predicatore anti israeliano, si è più volte mostrato a fianco di Hannoun e Alfredo Maiolese è un convertito, presidente della Lega musulmana mondiale, che ha organizzato una raccolta fondi con il sospetto capo di Hamas nel 2024. Hannoun, oltre a guidare le manifestazioni pro Pal, ha partecipato di recente a conferenze assieme a gruppi di estrema sinistra come Potere al popolo e il sindacato Usb. Fan sfegatato di Francesca Albanese, non era solo a capo dei Palestinesi in Italia, ma faceva parte del direttivo della Conferenza europea palestinese.
“Numerose e significative appaiono le conversazioni telefoniche e i contatti tra Hannoun e quanti rivestono analoghi ruoli in Olanda, Austria, Francia e Inghilterra” si legge nell’ordinanza. Giacalone spiega che “emerge anche il ruolo della Turchia come hub di transito per il denaro raccolto. È proprio in Turchia che Hannoun era in procinto di trasferirsi” grazie a Saleh Mohammed Ismail Abdu, referente di Hamas nel paese Nato. Khalil Abu Dehia, Hussny Mousa Dawoud, Yaser Elasaly sono i membri della cellula radicati a Milano, importanti per i soldi.
In manette è finito anche Raed Al Salahat, che dal 2024 era responsabile dell’organizzazione caritatevole (paravento) di Hannoun per la Toscana. Pezzo grosso dei rapporti con l’estero, in contatto con Majed al Zeer, referente di Hamas in Germania e Inghilterra. A Firenze Al Salahat viveva in un ex convento e pagava l’affitto alla curia.
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