Pavel Durov accusa Macron di voler trasformare l’UE in “gulag digitale”

Macron e Pavel Durov

Pavel Durov, fondatore di Telegram, accusa Emmanuel Macron di voler trasformare l’Unione Europea in un “gulag digitale”

Il direttore della piattaforma di messaggistica ha reagito alle sanzioni imposte dagli Stati Uniti a diverse figure impegnate a favore di una maggiore regolamentazione delle nuove tecnologie, tra cui il francese Thierry Breton, ex Commissario europeo. Le critiche sono state particolarmente virulente.

In un messaggio pubblicato su X (nuova finestra), mercoledì 24 dicembre, Pavel Durov ha denunciato l’approccio di Emmanuel Macron alla regolamentazione digitale a livello europeo. “Di fronte a una popolaritĂ  ai minimi storici, Macron sta cercando di mettere a tacere le critiche online trasformando l’intera UE in un gulag digitale, attraverso la censura (DSA) e la sorveglianza di massa (monitoraggio delle conversazioni)”, ha dichiarato furioso il fondatore del servizio di messaggistica criptata Telegram.

L’imprenditore, nato in Russia e naturalizzato francese, ha reagito all’annuncio di sanzioni statunitensi contro cinque personalitĂ  europee impegnate in una rigorosa regolamentazione del settore tecnologico e nella lotta alla disinformazione online, tra cui il francese Thierry Breton, ex Commissario europeo. “L’artefice sanzionato della legge europea sulla censura è uno stretto alleato e collaboratore di Macron”, ha scritto Pavel Durov, mentre il presidente francese ha definito la decisione statunitense “intimidatoria“.

(PoichĂ© non applicava la censura sul suo social, ndr) Durov è stato rrestato dalle autoritĂ  francesi al suo sbarco dal suo aereo nell’agosto 2024, Pavel Durov è stato accusato di diversi reati di criminalitĂ  organizzata, con la giustizia francese che lo accusava di non aver preso provvedimenti contro la diffusione di contenuti criminali sulla sua piattaforma di messaggistica.

Successivamente è stato posto agli arresti domiciliari prima che la sua sorveglianza giudiziaria venisse allentata nel giugno 2025. Lo scorso agosto, un anno dopo il suo arresto, si è lamentato di dover “continuare a tornare in Francia ogni 14 giorni”.
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