Il governo sta pensando a tutele rafforzate per uomini in divisa e non solo, per evitare l’iscrizione automatica nel registro degli indagati per quegli agenti che si trovano a far ricorso all’uso delle armi o alla violenza in situazioni di pericolo.
“L’idea – scrive il Messaggero – è di non circoscrivere la tutela ai soli agenti che operano per la sicurezza. Ma estenderla anche a medici e infermieri, dunque a tutte quelle categorie ‘sensibili’ che rischiano, in strada come in corsia”.
Secondo quanto riporta il quotidiano romano, “si mira ad istituire ‘un registro degli indagati ad hoc, alternativo – chiariscono fonti di governo interessate alla misura – che introduca una sorta di legittima difesa perenne, scudando chi rischia di finire nei guai operando per la collettività ’. Vale a dire una sorta di corsia preferenziale, ma non per tutti”. Rimarrebbero esclusi, ad esempio, i negozianti che hanno usato le armi per difendere la propria attività , battaglia cara alla Lega, ricorda Il Messaggero.
“Della riforma pensata per gli agenti ma che verrà estesa anche ad altre categorie – ancora da sciogliere il nodo degli errori in corsia, se rientreranno o meno nelle tutele previste – si è parlato anche giovedì scorso in una riunione al Viminale con i sindacati delle forze dell’ordine, il ministro Matteo Piantedosi e il sottosegretario in quota leghista Nicola Molteni”, ricorda il quotidiano romano.
“Sul tavolo – prosegue l’articolo – il cosiddetto ‘decreto polizia’, un dl tecnico amministrativo che riguarda per lo più avanzamenti di carriera e concorsi ma nessuno scudo penale o tutele particolari per gli agenti impegnati in prima fila. Nel corso dell’incontro è arrivata la richiesta forte e chiara di maggiori garanzie per chi si trova a rischiare ogni giorno”, rileva il Messaggero. ANSA
Liste di attesa, 4 milioni di italiani rinunciano a visite o esami

