L’operazione Martello di Mezzanotte è stata “un successo spettacolare”. Donald Trump esulta per “i danni monumentali” ai siti nucleari iraniani e lancia il ‘movimento’ MIGA (Make Iran Great Again) alludendo per la prima volta, con un post su Truth, all’idea di cambio di regime a Teheran. In entrambi i casi, il presidente accenna una ‘fuga in avanti’. Nessuno al momento è in grado di stabilire i reali danni prodotti agli impianti nucleari iraniani. Per la prima volta, intanto, la Casa Bianca fa esplicito riferimento ad una nuova leadership a Teheran.
La svolta (sui social)
La svolta di Trump, in relazione ad una nuova era istituazionale in Iran, arriva poche ore dopo le parole del segretario alla Difesa, Pete Hegseth, che nella conferenza mattutina al Pentagono scandisce: “L’operazione non punta al regime change. Questa missione non era e non è stata per un regime change – spiega rispondendo a domande sull’attacco a Fordow, Natanz e Isfahan – Il presidente ha autorizzato un’operazione mirata per neutralizzare le minacce ai nostri interessi nazionali rappresentate dal programma nucleare dell’Iran. Tutte le nostre munizioni di precisione hanno colpito dove volevamo e hanno avuto l’effetto desiderato”.
Nel pomeriggio americano, Trump torna a farsi sentire sul suo social Truth e la linea cambia. “Non è politicamente corretto usare le parole ‘regime change’ – scrive il presidente – ma se l’attuale regime iraniano non è in grado di rendere l’Iran di nuovo grande (Make Iran Great Again) perché non dovrebbe esserci un cambio di regime?“, si chiede prima di lanciare il ‘movimento’ MIGA, versione iraniana del MAGA americano.
Un post di pochi caratteri apre nuove prospettive e fissa un potenziale obiettivo per Washington, che attraverso altri esponenti dell’amministrazione ha mostrato la volontà di impegnarsi in un dialogo reale. Finora, Trump ha dedicato poche parole alla Guida Suprema, l’ayatollah Ali Khamenei: “Sappiamo dov’è, non lo uccidiamo”, il laconico messaggio della scorsa settimana. Adnkronos