Se il taglio della fornitura di gas dalla Russia continuerà, dalla prossima settimana il ministero della Transizione ecologica potrebbe alzare il livello di crisi del sistema gasiero nazionale, da preallarme ad allarme: la valutazione sarà fatta a metà della prossima settimana dopo un monitoraggio di quanto accadrà in questi giorni.
Si tratterebbe di un gradino di maggiore attenzione ma non ci sarebbero misure eccezionali, come tagli di forniture alle centrali elettriche e alle industrie, utilizzo degli stoccaggi, soglie di temperatura per le caldaie (non d’estate, naturalmente). Queste misure scatterebbero solo se fosse dichiarato lo stato di emergenza, che però al momento non è in vista.
Allarme gas, i prezzi
Al momento, come emerge dai dati che mostrano una richiesta giornaliera di 155 milioni di metri cubi a fronte di 195 milioni di metri cubi disponibili, il sistema regge. E a frenare gli stoccaggi più che le quantità importate sono i prezzi. Se scattasse il livello di allarme, il Ministero della Transizione Ecologica potrebbe chiedere a Snam, il principale trasportatore di metano nel paese, di chiedere a sua volta alle industrie di ridurre volontariamente i loro consumi, come prevedono i contratti di fornitura.
Per il resto, non cambierebbe nulla rispetto al livello di preallarme. Il MiTE (che ricevuto la competenza sull’energia dal Mise) sta monitorando al momento il flusso di gas, in costante contatto con i principali operatori del settore, Snam ed Eni in testa.
“C’è un gruppo di monitoraggio con gli operatori, ci sentiamo quattro o cinque volte al giorno – ha detto giovedì il ministro, Roberto Cingolani -. Abbiamo tutte le contromisure pronte. Ma la prima cosa da capire è se questa diminuzione si stabilizza o se è solo un episodio. Vediamo cosa succede nei prossimi tre giorni, e poi la settimana prossima decideremo”.
A fronte di una richiesta giornaliera di gas da parte di Eni pari a circa 63 mln di metri cubi, Gazprom ha comunicato che fornirà solo il 50% di quanto richiesto (con quantità effettive consegnate pressoché invariate rispetto ieri). Lo comunica Eni. Ieri a fronte delle richieste effettuate dalla compagnia italiana Gazprom aveva comunicato che avrebbe consegnato solo il 65% delle forniture. ansa