di Francesco Storace – Quel vizio Zingaretti non lo perde. Fugge, non risponde. Strilla alle bufale per evitare di dire la veritĂ . Non sa come uscire dal pasticcio delle mascherine e si avvale della facoltĂ di non rispondere, come se si trovasse di nuovo di fronte ai giudici chiamati a decidere su mafia capitale. Ma Zingaretti fa il governatore del Lazio e rispondere non è una facoltĂ , bensĂŹ il suo dovere. Soprattutto quando lo convoca la commissione che per statuto e non per capriccio è guidata dallâopposizione: il comitato di controllo contabile. Ă lâorgano chiamato a vigilare sullâadeguatezza delle spese. Ci sta apposta.
Il vizio di Zingaretti – – E siccome la vicenda delle mascherine â 9 milioni di esemplari, solo ottocentomila arrivate â è tuttâaltro che chiarita, Giancarlo Righini, scrupoloso consigliere regionale di Fratelli dâItalia e presidente del Comitato (nella foto), ha convocato il governatore. Ieri, alle 16. Assieme al direttore della protezione civile della regione, Tulumello.
Zingaretti ha fatto fare un pronunciamento dalla sua maggioranza contro lâaudizione. Per avere lâalibi di scappare. Il sabotaggio delle istituzioni. Riduce a coriandoli lo statuto della regione che governa. Se ne frega della trasparenza. Ha paura dellâopposizione che fa il suo dovere. Il solito vizio di Zingaretti, appunto.
Eppure, avrebbe dovuto essere ascoltato, il governatore, senza neppure muoversi da casa, in conference call. Avrebbe sentito Chiara Colosimo, anche lei di Fdi, sulla Eco.tech â la societĂ di lampadine alla ricerca di mascherine in Cina â e non avrebbe potuto piĂš cianciare di fakenews. Siccome la storia non finisce ora, gli riproponiamo qui sottođ il video dellâintervento della Colosimo. CosĂŹ comprende il guaio in cui si è cacciato.
Oppure lo avrebbero interrogato sullâaltra societĂ , oggetto di unâinterrogazione di Laura Corrotti della Lega, la Worldwide Luxury Corner Srl, titolare Patrizia Colbertaldo. ChissĂ se il nome di questâultima gli ricorda qualcosa al governatore. Nel 2008 lei o una sua molto omonima, fu candidata alle elezioni municipali di Ostia nella lista civica per Rutelli (che era candidato sindaco). Il candidato presidente era Paolo Orneli, attuale assessore di Zingaretti. Ops.
Lâassessore conosce la signora?
A proposito: recentemente la signora in questione ha scritto ad Affari italiani una lunghissima lettera in cui tra lâaltro ha fatto sapere: âNon ho nè amici in politica nè tessere di partitoâ. Doppio ops.
Non si è presentato in audizione neppure il direttore della protezione civile, Tulumello, quello che firma gli ordinativi, poi li revoca e poi li rinnova. Fa tutto da solo â speriamo â e si permette il lusso di disertare unâaudizione. Roba da licenziamento. Se invece glielo hanno ordinato di non presentarsi è ancora peggio: la regione non è una sezione di partito.
Zingaretti fa ogni giorno lezioni di democrazia. Ma prima di dispensare voti e pagelle, il presidente deve abituarsi allâidea che lui non è un intoccabile. E se lâopposizione fa domande â soprattutto nella sede istituzionale â lui non può fare altro che rassegnarsi a rispondere. Lo fanno i presidenti del consiglio. I ministri. I sindaci. Gli assessori. E anche Zingaretti non può permettersi di sfuggire alla regola.
E non ha molto senso neppure la sciocchezza sulla competenza dellâorgano presieduto da Righini. Non è la maggioranza che sceglie il terreno di gioco, ovvero la commissione dove preferisce andare. Si informi col Parlamento. E si scusi col presidente del comitato di controllo. Poi, ringrazi Tulumello per il servizio reso alla regione Lazio. La sua opera si può concludere ora.  www.7colli.it

