Questo ventennale o trentennale accanimento contro la celebrazione del Natale a scuola, corrisponde ad una vergognosa “dhimmitudine” auto-imposta. “Dhimmi” era il “non-musulmano sottomesso” nel paese islamico, e la sottomissione comportava per il dhimmi il pagamento di una specifica tassa, la “Jizya”, qualora non si fosse convertito all’islam.
In tutta la storia plurisecolare dell’espansionismo islamico ricorre questa imposizione inflitta dai dominatori musulmani ai cristiani sottomessi ( ed anche agli ebrei) in tanti paesi dell’Asia e dell’Africa a maggioranza islamica. E’ la sottomissione imposta dal “Patto di Omar”, ancora formalmente in vigore da quasi tredici secoli. I cristiani dovevano cedere il passo nella via ai musulmani; i cristiani dovevano cedere gli abiti che indossavano ai musulmani che li avessero chiesti ; i cristiani dovevano camminare rasente i muri sul lato sporco della strada per lasciare la parte pulita ai musulmani ; i cristiani dovevano cedere l’asino o il cavallo che cavalcavano al musulmano che li richiedesse, ecc. ecc. L’elenco sarebbe lungo ,ma mi vien voglia di scriverlo tutto, così quei cristiani che hanno l’anima di “dhimmi sottomessi” potrebbero compiutamente conformarsi alla sottomissione prevista dalla dottrina islamica e comportarsi in modo “DA NON OFFENDERE I MUSULMANI”. Ovviamente i cristiani dovevano essere immediatamente riconoscibili come tali : dovevano quindi portare i capelli rasati alla sommitĂ del capo ; dovevano cavalcare tenendo entrambe le gambe dallo stesso lato della cavalcatura ; i cristiani non dovevano portare armi; dovevano portare la cintura in un certo modo ;non potevano avere case piĂą alte di quelle dei musulmani; non potevano pregare ad alta voce in nessun luogo ,nĂ© in Chiesa nĂ© in casa propria se le preghiere fossero state udibili dall’esterno ,ecc.
Insomma nelle terre dominate dai musulmani vigeva la norma ( e tuttora vige in molte aree dell’oriente) che i cristiani, come gli ebrei, dovessere apparire pubblicamente in un ruolo di subalternitĂ manifesta e immediatamente riconoscibile. TROVO FRANCAMENTE INCIVILE che oggi una DHIMMITUDINE autoimposta trovi uno spazio di prosecuzione e imposizione PROPRIO IN ALCUNI CONTESTI SCOLASTICI (non in tutti, per fortuna e per buon senso).
E’ DHIMMITUDINE autolimitarsi nelle proprie espressioni rituali o tradizionali o culturali ,come ad esempio l’allestimento del presepe, per non disturbare i musulmani. A parte il fatto che i musulmani in genere non si curano di ciò che non li interessa e che fra loro non pochi guardano invece con interesse e curiositĂ alla tradizione del presepe, va detto che alcuni intellettuali e scrittori islamici si sono addirittura espressi in favore del presepe. Ripubblicherò un mio vecchio articolo sul tema,con specifiche citazioni, per risvegliare certe curiositĂ culturali in quella minoranza di insegnanti tendenzialmente “dhimmi”.
In conclusione autolimitarsi in certe forme di attivitĂ o d’espressione per non turbare i musulmani è DHIMMITUDINE, che significa ed esprime indecorosa sottomissione, servilismo,ignoranza e barbarie. Non solo. Se la comunitĂ piĂą numerosa di coloro che i musulmani nei loro paesi hanno voluto ridurre allo stato di dhimmi, e cioè i cristiani, SI PIEGANO VOLONTARIAMENTE ALLA DHIMMITUDINE , provate ad immaginare quale maggior danno ne verrĂ ai nostri fratelli ebrei che, come comunitĂ meno numerosa della nostra , ha dovuto patire in maggior misura le imposizioni della dhimmitudine nei paesi a maggioranza islamica.
In sostanza una certa evidente disponibilitĂ inconsapevole alla dhimmitudine dei cristiani , può essere motivo di ulteriore e piĂą severa oppressione islamica nei confronti dei pochi ebrei rimasti in occidente. Quanti ebrei di nuovo fuggono da certi paesi europei in parte islamizzati per rifugiarsi in Israele.Quanti ebrei sono stati uccisi in Francia dai musulmani negli ultimi venti anni. Cè’ quindi un nuovo esodo biblico di ritorno alla terra dei padri ,a iniziare dal Marocco , che aveva una presenza di ebrei assai consistente,che coinvolge l’Europa per giungere fino all’Iran .
Suggerisco la lettura del libro di Daniel Fishman, ” Il grande nascondimento-La straordinaria storia degli ebrei di Mashad”-Ed.Giuntina. IN SOSTANZA LA NOSTRA SOTTOMISSIONE IMBECILLE ALL’ISLAM RISCHIA DI INCREMENTARE LA PROPRIA ESSENZA DI SOTTOMISSIONE CRIMINALE NELLA MISURA IN CUI INEVITABILMENTE COINVOLGE LA MINORANZA EBRAICA GIA’ IN CONDIZIONI DI MAGGIOR PERICOLO NEI PAESI DELL’OCCIDENTE IN VIA DI ISLAMIZZAZIONE. Gli ebrei dovrebbero avere da noi solidarietĂ e protezione, anche in riferimento a certi errori passati del mondo cristiano nei loro confronti. Certa “dhimmitudine” dei cristiani ha un riverbero negativo anche nei confronti degli ebrei. C’è giĂ troppo antisemitismo che ci richiama e sollecita ad una piĂą decisa e coerente presa di responsabilitĂ , agli antipodi della sottomissione dilagante.
Vittorio Zedda

