La Giunta delle elezioni e delle immunitĂ del Senato si riunirĂ mercoledì 30 gennaio per iniziare l’esame della domanda di autorizzazione a procedere inviata dalla Procura della Repubblica al Tribunale di Catania nei confronti di Matteo Salvini, in qualitĂ di ministro dell’Interno, per il caso Diciotti. Entro fine febbraio un responso dovrĂ arrivare e anche se l’esito a favore dei sì, numeri alla mano, sembra essere scontato si affaccia la tentazione di dire no per evitare che il capo leghista possa “sfruttare” a suo favore questo processo e “immolarsi” a martire. Un dubbio che in queste ora sta attanagliando soprattutto il M5s, piĂą per un calcolo elettorale che per un discorso di principio.
“Se il Senato autorizza il processo – si chiede un esponente dei Cinquestelle – Salvini farĂ una campagna elettorale da martire e non potrĂ che uscirne vincitore. Me se lo salviamo i nostri ce la faranno pagare“. Un ragionamento che non fa un piega. Dal canto suo Matteo Salvini ha giĂ fatto sapere di essere pronto al processo: “Non ho bisogno di protezione, altri chiedevano l’ immunitĂ perchĂ© rubavano, io invece ho applicato la legge da ministro”, ha ha detto il vicepremier.
Contro Salvini ci sono sette del M5s (Grazia D’Angelo, Mattia Crucioli, Elvira Evangelista, Agnese Gallicchio, Alessandra Ricciardi e Francesco Urraro capitanati da Mario Giarrusso): così i favorevoli sarebbero 13 e i contrari nove.
Ma il risultato non è così scontato, come ha confidato anche la “dissidente” del M5s, Elena Fattori: “Noi siamo sempre stati contrari all’immunitĂ , ma ora molti principi sono sbiaditi. Credo che ci sarĂ una sceneggiata in cui Salvini chiederĂ ai senatori di farsi processare. E loro lo salveranno”. www.tgcom24.mediaset.it


