Quante carte ha da giocare Zelensky? Poche, e non solo perché il vertice di Londra non ha prodotto risultati
di Marcello Foa – A pesare come una spada di Damocle è anche l’inchiesta sulla corruzione a Kiev, di cui nessuno parla più tranne il New York Times. Tre giorni fa è uscito un articolo di cui si è parlato poco- in quanto surclassato dalle polemiche Trump, Musk, Unione Europea – ma è importante.
Si dimostra come il governo di Vladimir Zelensky abbia sabotato i processi di supervisione delle aziende statali ucraine ideati per impedire le ben note appropriazioni indebite per diverse decine di milioni di euro.
In sintesi: i governi statunitensi ed europei hanno stanziato miliardi di aiuti, chiedendo garanzie per evitare furti e sperperi. A tale fine erano stati istituiti degli organismi di sorveglianza indipendenti composti da esperti stranieri e ucraini, che avrebbero dovuto monitorare tali investimenti. Tuttavia, secondo il New York Times l’amministrazione Zelensky ha ostacolato sin dall’inizio l’operato di tali organismi, anche riscrivendo alcune regole. Insomma, avrebbe favorito la corruzione. E se lo scrive il New York Times…
L’impressione è che il dossier corruzione non sia affatto chiuso e che da un giorno all’altro potrebbe toccare direttamente lo stesso presidente. Un timore che potrebbe indurlo ad accettare la pace voluta da Trump. Anche per salvare se stesso e il proprio onore. Magari vedendo applicata l’amnistia generalizzata che non a caso era prevista nella prima bozza del piano Trump. Quella bozza sabotata proprio da Macron Merz e Starmer, che continuano a sostenere Zelensky, con le parole e con il cuore, ma sempre meno con i fatti.
https://x.com/MarcelloFoa/status/1998089194137178519

