Accoltellato a Ostia durante lite per droga, muore 19enne

Simone Schiavello

Simone Schiavello aveva 19 anni. Ha lottato per un giorno intero, poi la drammatica notizia della sua morte. Fatale la sequenza di coltellate, tre, che lo hanno colpito delle quali una ha rescisso l’arteria femorale. Le strade di Ostia Nuova, tra il quadrilatero dello spaccio una volta fortino degli Spada, si macchiano di nuovo di sangue. E, questa volta, di una tragedia.

Lo scenario è quello di via Antonio Forni, al civico 22. Simone Schiavello non era un boss. Cresciuto a pochi metri da dove ha trovato la morte, era tifoso della Roma e appassionato di calcio. Aveva un piccolo precedente per occupazione abusiva. “Nulla di rilevante”, secondo gli investigatori. Di certo, però, le frequentazioni di Simone erano pericolose. Conosceva pusher e piccoli consumatori. Ragazzi come lui. E proprio in questo contesto si sarebbe consumato la rissa poi finita in tragedia.

La serie di controlli a Ostia

Per raccontarla, però, bisogna fare un passo indietro. Negli ultimi giorni a Ostia ci sono stati una serie di blitz che hanno alzato il termometro della tensione nelle strade dello spaccio. Prima ai “lotti” di viale Vasco de Gama, poi proprio a Ostia Nuova. Decine e decine dosi di droga sequestrate. Così come la serie di banconote arrotolate. Merce e profitti dalla droga presi dai carabinieri di Ostia e ora in mano alla procura di Roma.

Controlli a tappeto che hanno coinvolto anche i palazzi di via Antonio Forni, anche al civico 22. A finire nei guai, tra gli altri, anche un ragazzo incensurato. Nascondeva soldi e cocaina in casa. Non è chiaro se facesse da retta – ossia nascondeva la “roba” per conto di altri – oppure se aveva un giro suo. Di certo per i giovani disoccupati la via dello spaccio è sempre più percorsa. Si possono portare a casa i 70 e i 130 euro al giorno. Sommati si arriva a guadagnare oltre 2000 euro al mese. E in nero.

La rissa e l’omicidio

Secondo quanto appreso da RomaToday questi controlli avrebbero fatto crescere la tensione in quel quadrante di territorio. Così mercoledì sera un gruppo di ragazzi, tra cui Simone Schiavello, si è dato appuntamento in strada. Lì, vicino alla “vietta” della droga. In pochi minuti il clima si sarebbe fatto teso.

Qualcuno avrebbe accusato qualcun altro di essersi fatto “sgamare dalle guardie”, di aver fatto troppo casino o addirittura di aver fatto la spia. Non è chiaro. Accuse comunque che non sarebbero state tollerate e che sarebbero state il detonatore per la rissa. Volano calci, pugni e spintoni. Spuntano le lame. Un ragazzo di origini cilene e nato in Italia, tira fuori il suo coltello. Simone viene colpito alla gamba tre volte. Un fendente gli rescinde l’arteria femorale. Tutti scappano, compreso il presunto aggressore che fugge in scooter, mentre Simone resta in un lago di sangue.

Un uomo portato in caserma

La corsa in ospedale, al Grassi prima e al San Camillo poi, le operazioni e i tentativi dei medici di salvarlo non basteranno. Alle 21 di giovedì sera la notizia della morte di Simone Schiavello distrugge la sua famiglia e gli amici. Ostia è in lutto.

I carabinieri indagano e in poche ore trovano il responsabile dell’aggressione. Lo portano in caserma con l’accusa di omicidio volontario. Si tratta di un uomo di 30 anni. I due in strada si erano già visti. Ora le indagini, coordinate dalla procura di Roma, continueranno per ricostruire con esattezza la dinamica dei fatti. Sul corpo del 19enne di Ostia verrà eseguita l’autopsia.
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