Nessun fiocco rosa né celeste per la nascita del piccolo Aronne, figlio dell’assessora al Sociale del comune di Padova, Margherita Colonnello
La dem (eletta con la lista Partito Democratico Giordani Sindaco, ndr) lo aveva annunciato durante il Pride del 31 maggio scorso. “Mio figlio o figlia non avrà un fiocco rosa o azzurro per indicare il sesso bensì arcobaleno, simbolo di inclusione e di libertà”. “Cara bambina, caro bambino. Non ti regalerò né il fiocco rosa né quello azzurro. Ti regalerò un fiocco arcobaleno perché i colori sono tutti bellissimi! E poi sceglierai tu: sarà il rosa, sarà il blu, o il verde, il rosso o il giallo”.
Ora Colonnello ha mantenuto la parola: una decina di giorni dopo la nascita del bambino, cinque fiocchi arcobaleno sono comparsi sulla porta del suo ufficio a Palazzo Moroni.
Le critiche: “I bambini vanno lasciati stare. Segua qualche lezione di anatomia”
La scelta del fiocco arcobaleno da parte dell’assessora dem aveva scatenato le polemiche fin dal suo annuncio. “Alla nascita, eccetto rarissimi casi clinici, si nasce o maschio o femmina”, aveva tuonato il consigliere regionale Luciano Sandonà.
“All’assessore Colonnello, ricordo che la natura stessa ci fa o uomini o donne, e se al pubblico amministratore padovano non va bene se la può prendere piuttosto solo con Dio. Ma i bambini devono essere lasciati stare. Non le va bene dire a un bimbo che non si sa se è maschio o femmina? I bambini sono soggetti fragili, con un equilibrio molto fragile. Anche con i diritti, primo fra tutto quello alla famiglia e alla felicità. E non è questione di uguaglianza, xenofobia o omofobia, i sessi sono proprio diversi. La invito a fare uno sforzo, attraversare la strada davanti alla sede municipale ed entrare al Bo, nella gloriosa università di Padova e seguire qualche ora di anatomia. Lì potrà trovare conferma”.
www.today.it/attualita