Violenza sulle donne, si pensa a registro pubblico dei condannati e Tso per i denunciati

violentata a Milano

Dopo il via libera in prima lettura del disegno di legge governativo che introduce il reato di femminicidio, Palazzo Madama si prepara ora a esaminare un altro testo ad hoc. E’ di iniziativa parlamentare e punta a intervenire sul fronte della prevenzione in materia di violenza sulle donne. L’iniziativa è partita dal senatore Fdi, Renato Ancorotti: la proposta, ora all’esame della commissione Giustizia di Palazzo Madama, introduce la figura dello psicologo e dello psichiatra forense, che affiancheranno magistrati e pubblici ufficiali nei procedimenti penali relativi ai casi di violenza di genere.

Ciò significa, riporta il Messaggero, che già a partire dalla fase degli interrogatori potranno segnalare i casi a rischio di degenerazione, con la possibilità per le autorità procedenti di assegnare il denunciato a strutture sanitarie (e non) per il suo recupero. Nel dettaglio, di fronte a condotte di “pericolo attuale” o di “reiterazione”, gli ufficiali, gli agenti di polizia giudiziaria o il pm potranno sottoporre il soggetto denunciato a un accertamento sanitario temporaneo e obbligatorio, mentre spetterà al gip la facoltà di imporre o meno, nei confronti dell’indagato, “percorsi psicoterapici” per il contenimento dei comportamenti violenti.

Lo psicologo forense sarà consultabile non solo per l’assunzione delle informazioni necessarie per disporre il trattamento sanitario temporaneo, ma anche per effettuare perizie e consulenze “al fine di stabilire l’abitualità o la professionalità del reato”. Il contribuito di questi specialisti sarà destinato anche a supporto delle vittime.

Un’altra novità del disegno di legge è l’istituzione presso ogni tribunale di un registro pubblico dei condannati in via definitiva per i reati da codice rosso (omicidio, maltrattamenti contro familiari e conviventi, violenza sessuale anche di gruppo, deformazione dell’aspetto della persona). Ma già per la notizia di reato scatterà l’obbligo di comunicarla, in associazione con la sua qualificazione giuridica, alle banche dati delle forze dell’ordine come la S.D.I (Sistema di indagine) e la C.E.D (Centro elaborazione dati). Una proposta che ricalca, secondo le intenzioni, il registro pubblico per i sex offenders esistente negli Usa.
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