Bruno Vespa sconcertato dalla sentenza con cui la Corte di giustizia dell’Unione europea si è pronunciata sui centri per migranti costruiti dall’Italia in Albania
I giudici hanno stabilito che la scelta sui Paesi sicuri deve essere valutata dalle toghe. Insomma, l’ennesimo affronto al governo. Parole, per il giornalista, che si traducono in: “Non vale che il Parlamento italiano abbia definito ‘sicuri’ stati come Egitto e Bangladesh. Un giudice può stabilire – come finora ha stabilito – che questo non è vero”.
Per il conduttore di Porta a Porta “è una autentica inversione dei poteri. Quello giudiziario sovrasta il legislativo e l’esecutivo. Si darà atto che le istituzioni che si occupano di politica estera hanno ovviamente poteri d’indagine e di accertamento infinitamente superiori a quelli di qualunque magistrato. Ma il parere e la volontà del giudice prevalgono su qualunque istruttoria istituzionale”.
Sulle colonne del Corriere del Mezzogiorno, Vespa fa notare un altro “inquietante dettaglio”: “‘Lo Stato membro dell’Unione non può includere un Paese nell’elenco dei Paesi di origine sicura qualora esso non offra una protezione sufficiente a tutta la sua popolazione’. Buonsenso vorrebbe che una persona eterosessuale possa essere rispedita in un Paese che perseguita i gay e che un musulmano possa rientrare in una nazione che non ama i cristiani. E invece no. Il fatto che perseguiti gli omosessuali e i cristiani lo rende insicuro anche per una persona estranea a queste due categorie”. Quanto basta a far credere al giornalista che la sentenza sia “assurda” e a Fratelli d’Italia a dar ragione a Vespa.
www.liberoquotidiano.it