Per la serie: “vi pisciano in testa e vi fanno credere che piove” Armando Manocchia torna sulla puntata di PIAZZA LIBERTA’ che sabato sera si è occupata de IL CASO GIANINI.
Sulle scie chimiche c’è assoluto silenzio mediatico e pochissimi ne parlano ufficialmente. Enrico Gianini è uno dei pochi che da tempo ne parla e, per questo motivo, da cinque mesi è rinchiuso nella REMS di Castiglione delle Stiviere (MN). Il politicamente corretto recita che è una struttura sanitaria destinata all’esecuzione delle misure di sicurezza per persone affette da disturbi mentali che hanno commesso reati. Strutture che in Italia hanno sostituito gli ex Ospedali Psichitrici Giudiziari.
Inutile girarci intorno: la REMS di Castiglione delle Stiviere è uno dei 30 Gulag, ovvero, uno dei 30 manicomi criminali della Repubblica Socialista Sovietica d’Italia, dove Enrico Gianini è forzatamente sottoposto a sostanze farmacologiche e sopravvive con la speranza di poter passare gli altri 6/7 mesi che restano, in una struttura più umana.
Non si capisce però quale sia lo scopo dei suoi cospiratori, cioè di coloro che hanno ordito questo complotto. Se fosse quello di screditarlo di fronte al gran numero di persone che da anni lo seguono, lo apprezzano e lo stimano perché è preparato q.b. su questo immarcescibile argomento, a mio per niente modesto avviso, si sbagliano e di grosso.
Sarà per loro l’eterogenesi dei fini. Otterranno l’esatto contrario di ciò che vogliono.
E, se invece fosse davvero così, sarebbe un’idea oltre che malsana, grossolana perché non si annienta la credibilità di una persona costruita nel tempo: persona seria e perbene, pacata e mai incazzata, che per anni ha ricercato prove oggettive su questo ufficialmente ‘ingiustificabile problema’. Gianini, grazie ancche all’aiuto di Rosario Marcianò, ha trovato le prove e gliele ha sbattute in faccia ed è per questo, e solo per questo, che sta scontando 12 mesi in questo Gulag e gliela stanno facendo pagare a caro prezzo. Ed è per questo che anche Rosario Marcianò sta scontando un anno di reclusione ai domiciliari, condannato per un reato inesistente.
Ma le persone che camminano a testa alta, oltre a guardare dove mettere i piedi, guardano anche cosa gli potrebbe cadere in testa e non dimenticheranno mai il lavoro che Enrico Gianini e Rosario Marcianò han fatto in questo campo. Entrambi hanno notevolmente contribuito a far maturare le coscienze, anche di quei bastardi che ce l’hanno sporca. Quelli che, nel criminalmente corretto, le chiamano ‘scie di condensazione’, mentre non sono altro che scie chimiche lasciate da aerei (preparati apposta) che volano nei nostri cieli.
Non è vapore acqueo o residuo della combustione del motore. Non sono scie di condensazione; ne è prova il fatto che quelle scie persistono nel cielo e poi si espandono formando una specie di nebbia, come le nubi quando si dissolvono. Mentre gli aerei di linea, oltre a volare più in alta quota, non lasciano quelle lunghissime scie e, non ultimo, vanno dritti, non fanno percorsi incrociati, a zig zag o a quadretti. Queste sono scie chimiche che tra gli altri veleni contengono silicio, alluminio, sali di bario e anche torio radioattivo.
Sulle loro ‘scie di condensazione’ – anche se è da tempo che non ne vengono fatte (ed è sbagliatissimo) – ci sono state diverse interrogazioni parlamentari. Per non fare torto a nessuno, ne cito una e datata. E’ l’interrogazione a firma di Ruzzante e Sandi del 27 ottobre 2003, rivolta a ben 4 Ministeri, nessuno dei quali, ha fornito risposta, peraltro doverosa.
Solo, all’allora ministro Antonio Di Pietro scappò detto: “si tratta di una tecnologia militare che deve restare segreta.”
Assodato che da anni esistono ricerche volte a mettere a punto armi biologiche e batteriologiche per la guerra e per la riduzione della popolazione, i provax che non si fanno mai domande, si dovrebbero chiedere una volta tanto se la presenza di microrganismi, virus e amebe (anch’esse producono encefaliti) nei cd vaccini da lora tanto amati, sia puramente casuale.
Vi cito qualche fatto.
Negli Usa era il 1948 e a Camp Detrick, presso Frederick, nel Maryland, ci fu un incidente dove molti lavoratori furono infettati da una forma terribile di brucellosi: stavano lavorando per fare della Brucella un’arma biologica di maggior efficacia.
Ebbene, combinando il batterio Brucella con un virus Visna, si ottiene una forma che non è propriamente virus, né batterio, ed è una forma talmente microscopica che non è rilevabile, quando presente, dalle comuni analisi del sangue, bensì solo ricorrendo alla reazione della catena della polimerasi* fatta su tessuti danneggiati: si tratta del micoplasma, che possiamo considerare il principio attivo della Brucella.
* La reazione a catena della polimerasi (PCR) è una tecnica di biologia molecolare che permette di amplificare, ovvero creare molte copie di una specifica sequenza di DNA, partendo da una piccola quantità iniziale. In pratica, la PCR simula in laboratorio il processo di replicazione del DNA, ma in modo molto più rapido e controllato. Nel periodo C19 veniva amplificato almeno il doppio del necessario per trovare falsi positivi.
Scrive Donald Scott: ”sono in possesso di tutti i documenti ufficiali che dimostrano che il micoplasma è l’agente patogeno della sindrome da affaticamento cronico (fibromialgia), così come dell’Aids, della sclerosi multipla e
di molte altre malattie; di questi documenti l’80% sono governativi ufficiali canadesi o statunitensi, mentre il restante 20% è costituito da articoli destinati a riviste e recensite da JAMA, New England, Journal of Medicine ed il Canadian Medical Association Journal. Gli articoli delle riviste e i documenti governativi si completano a vicenda.”
Com’è noto, gli Usa sono i maggiori produttori al mondo di armi biologiche e batteriologiche e, non a caso, sono il paese dove, per legge, le case farmaceutiche sono affiliate all’esercito.
L’ulteriore passo della ricerca militare è riuscita a trasformare l’agente patogeno della Brucella in forma cristallina, in modo che lo si possa veicolare senza deteriorarsi per irrorazione aerea o inserito nella catena alimentare, oppure usando come veicolo trasmettitore le zanzare.
Giusto per darvi un’idea: una tazza di questo agente è in grado di far ammalare un’intera popolazione grande quanto quella del Canada.
Già nel lontano 1969 si conoscevano anche i dosaggi. Aumentandone la virulenza alla settima potenza, l’agente procura deperimento fisico e depressione; all’ottava potenza è in grado di provocare la sindrome da affaticamento cronico (encefalomielite mialgica); alla decima potenza si ottengono i sintomi tipici dell’Aids, con morte entro un certo lasso di tempo.
Del micoplasma derivato dalla Brucella modificata e cristallizzata, il mondo medico non sa nulla e, essendo tecnologia militare, non deve esser resa nota e come tale è brevettata dall’esercito.
Sono noti vari episodi in cui fu testata sulla popolazione l’efficacia di questa arma di contaminazione di massa usando come vettore di diffusione la zanzara.
Nel 1957, a Punta Gorda in Florida, una settimana dopo aver registrato una enorme invasione di zanzare si verificò una mai registrata epidemia di sindrome da affaticamento cronico, con centinaia di ricoveri ospedalieri.
Il secondo test avvenne nel 1984 nella valle di St Lawrence Seaway, tra Kingston e Cornwall: 5 settimane dopo la solita misteriosa invasione di zanzare si ebbero 700 casi di encefalomielite mialgica.
Nel febbraio del 1962 negli USA fu varato lo “Special Virus Cancer Program”, che ufficialmente si doveva occupare di ricerca anticancro, mentre poi è venuto a galla che fu varato dalla Cia insieme al National Institute of Health allo scopo di metter a punto un agente patogeno contro il quale l’uomo non abbia alcuna immunità naturale.
Donald Scott, ritiene che questo tipo di ricerca sia stato avviato appositamente al fine di “tenere sotto controllo la popolazione”.
Nel 1997, il Pentagono ha rivelato che nel 1953 il governo americano chiese e ottenne da quello canadese di poter testare sui 500.000 abitanti della città di Winnipeg una nuova arma chimica, il cancerogeno solfuro di zinco cadmio, che fu spruzzato da aerei e camion per 36 volte successive.
Al povero sindaco di Winnipeg fu detto che si trattava di una nebbia chimica che avrebbe protetto la città da un possibile attacco nucleare.
Consentitemi d’ora in poi di definire “sindrome di Winnipeg” la cieca fiducia nelle versioni ufficiali dei fatti.
A proposito della cieca fiducia nelle versioni ufficiali, ai sindaci, o chi ne è al corrente all’interno delle istituzioni, provinciali, regionali e nazionali che grazie alla sindrome di Winnipeg, dormono sonni tranquilli, pensando che sicuramente si tratta di una tecnologia militare volta a proteggerci, oppure volta a migliorare la nostra salute chiediamo di aprire gli occhi e farsi domande, di farsi spiegare come e perché queste scie non si vedono sui mari. Ma se non si è ipocriti, se si è svegli q.b. si filmino le scie, si faccia un video, si denuncino le irrorazioni dei veleni che provocano tumori, che contagiano piante, ortaggi, frutteti e animali e si facciano interrogazioni alle autorità competenti fino al Governo ed esigano la verità. E non ultimo, si faccia in modo di vietare i voli o, in alternativa, deviare le rotte dei voli di questi aerei sulla propria città.
Armando Manocchia
IL CASO GIANINI – PIAZZA LIBERTÀ, puntata di sabato 19 luglio 2025