Spese militari, conto salatissimo per l’Italia: 450 miliardi

Meloni incontra Rutte

Nato e spese militari, l’Italia dovrà trovare un sacco di soldi. Ma la corsa è piena di ostacoli

Ormai non si torna più indietro, dopo il vertice Nato è stato stabilito che tutti i Paesi dell’Alleanza Atlantica (tranne la Spagna che non ha accettato) dovranno spendere il 5% del Pil entro il 2035 per le armi. Un successo per il segretario generale Rutte e Donald Trump. Ora però per i vari stati è tempo di fare due conti e quelli dell’Italia sono particolarmente insidiosi, complice anche il maxi debito pubblico.

Per il nostro Paese – riporta Il Corriere della Sera – sarà come fare una manovra aggiuntiva di finanza pubblica da circa otto miliardi l’anno, in modo progressivo, per dieci anni. Per un totale di circa 450 miliardi di maggiore spesa da qui al 2035, quando in base agli impegni presi dall’Italia al vertice Nato de L’Aia ciascun membro dell’Alleanza dovrà aumentare i propri stanziamenti di bilancio dal 2% al 5% del prodotto interno lordo.

Fino al 2029 la Ue è disposta a concedere un “bonus” a ogni Paese per spendere fino all’1,5% del Pil in più per la difesa. Ma per un Paese come l’Italia – prosegue Il Corriere – che ha già il deficit oltre il 3% del Pil ed è soggetto alla procedura per il disavanzo eccessivo non funziona. Chi è sotto il 3% può sforare senza rischi, chi è sopra, come noi, rischia “di non uscire mai più” dalla procedura come dice Giorgetti, che punta a rientrare sotto il tetto del deficit nel 2026.

La Bce è preoccupata per l’impatto che potrebbe avere l’uso della clausola Ue nei paesi più indebitati. Figuriamoci una spesa ancora più alta. E per Bankitalia si tratterà di un compito difficilissimo. Il ministro dell’Economia è netto: “Regole europee stupide e senza senso”.
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Cacciari: “Ma chi è che minaccia L’Europa? Cosa sono ‘ste bufale?”

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