Patto migranti, ecco il ‘pacchetto’ approvato dall’Europarlamento

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Bruxelles, 10 apr. (askanews) – La plenaria del Parlamento europeo ha approvato questo pomeriggio a Bruxelles il Patto dell’Ue sull’asilo e la migrazione, con dieci votazioni successive su altrettante misure, direttive e regolamenti che costituiscono il pacchetto (su cui c’è già stato un accordo con il Consiglio Ue il 20 dicembre scorso) e che sono passate tutte.

Al primo voto, riguardante un regolamento sulla procedura comune per la protezione internazionale nell’Ue (relatrice Fabienne Keller, Renew), si sono espressi a favore 301 eurodeputati contro 272 contrari e 46 astenuti. In tutta l’Unione sarà introdotta una nuova procedura per il riconoscimento e la revoca della protezione internazionale. Con le nuove regole, il trattamento delle domande di asilo alle frontiere dovrà diventare più rapido, con scadenze più brevi per le domande infondate o inammissibili.

Al secondo voto è passato il regolamento sulle “situazioni di crisi e di forza maggiore”, che istituisce un meccanismo di risposta agli aumenti improvvisi degli arrivi, garantendo solidarietà e sostegno agli Stati membri che devono far fronte a un afflusso eccezionale di migranti irregolari. Le nuove norme affronteranno anche il tema della “strumentalizzazione” dei migranti (come è successo qualche anno fa alla frontiera polacca da parte della Bielorussia), ossia il loro uso da parte di paesi terzi o attori non statali ostili, con l’obiettivo di destabilizzare l’Ue. Il regolamento (relatore Juan Fernando López Aguilar, S&D), è stato approvato con 301 voti favorevoli, 272 contrari e 46 astensioni.

Il terzo voto, uno dei testi più importanti, riguardava il regolamento “Ramm” sulla gestione della migrazione e dell’asilo (relatore Tomas Tobé, Ppe): è passato con 322 voti a favore, 266 contrari e 31 astenuti.
Il regolamento prevede un meccanismo di solidarietà tra gli Stati membri con un numero annuale di almeno 30.000 richiedenti asilo ricollocati in paesi diversi da quelli di primo arrivo e più esposti alle pressioni migratorie (gli Stati membri possono non accettare i ricollocamenti loro assegnati, ma allora devono fornire un contributo finanziario di 20.000 euro per migrante); questi ricollocamenti saranno sotto il controllo di un coordinatore per l’Ue, una figura che non esisteva finora. Inoltre, ci saranno garanzie rafforzate per i minori non accompagnati, ed è previsto che tutte le persone con familiari sottoposti a protezione internazionale in uno Stato membro potranno ricongiungersi a loro, ovunque si trovino nell’Ue (in deroga dal controverso principio del “paese di primo arrivo” del Regolamento di Dublino).

Il quarto voto riguardava un regolamento che istituisce una procedura per il “rimpatrio alle frontiere” a seguito di una decisione negativa riguardo a una richiesta di asilo o di protezione internazionale. Il migrante in questo caso non è autorizzato a entrare nel territorio dello Stato membro che ne ha esaminato la domanda, e deve essere rimpatriato. Il regolamento (relatrice di) nuovo Fabienne Keller, Renew), è stato approvato con 329 voti favorevoli, 253 contrari e 40 astensioni.

Con il suo quinto voto sul pacchetto, la plenaria ha approvato il regolamento “screening” sugli accertamenti preliminari sulle persone alle frontiere dell’Ue, della durata massima di sette giorni, che comprenderanno identificazione, raccolta di dati biometrici e controlli sanitari e di sicurezza. Gli Stati membri dovranno istituire meccanismi di controllo indipendenti per garantire il rispetto dei diritti fondamentali delle persone sottoposte allo screening. Il regolamento (relatrice Birgit Sippel S&D), è stato approvato con 366 voti favorevoli, 229 contrari e 26 astensioni.

Gli eurodeputati hanno approvato, alla sesta votazione, anche un nuovo regolamento sul sistema centralizzato di informazioni sulle fedine penali per i cittadini dei paesi terzi (relatrice sempre Birgit Sippel) con 414 voti favorevoli, 182 contrari e 29 astensioni.

La settima votazione ha riguardato il regolamento Eurodac, riguardante la banca dati per le persone che entrano irregolarmente nell’Ue. I dati sulle impronte digitali e il riconoscimento facciale degli individui sopra i sei anni, saranno memorizzati nella banca dati Eurodac aggiornata. Le autorità potranno anche segnalare gli individui aggressivi, armati o che reputano rappresentino una minaccia alla sicurezza. Il regolamento, presentato dal relatore Jorge Buxadé Villalba, Ecr), è stato approvato con 404 voti favorevoli, 202 contrari e 16 astensioni.

Con l’ottava votazione è stato approvato il regolamento sul nuovo quadro per il “reinsediamento” e l’ammissione umanitaria nell’Ue di rifugiati provenienti da paesi terzi. Gli Stati membri possano offrirsi (si tratta di uno schema volontario) di ospitare i cittadini di paesi terzi riconosciuti dall’Onu come rifugiati, ai quali sarà garantito un accesso legale, organizzato e sicuro al loro territorio. Il regolamento (relatrice Malin Bjork, La Sinistra), è stato approvato con 452 voti favorevoli, 154 contrari e 14 astensioni.

La nona votazione ha riguardato nuove regoli comuni per tutti gli Stati membri sul riconoscimento dello status di rifugiato, o di persona che gode di protezione sussidiaria, e sui diritti applicabili a queste persone. Gli Stati membri avranno il compito di valutare la situazione nel paese di origine del rifugiato, sulla base dei dati forniti dall’Agenzia Ue per l’asilo. Dopo essere stato concesso, lo status di rifugiato sarà sottoposto a verifiche regolari. Chi ha richiesto la protezione dovrà rimanere nel territorio dello Stato membro responsabile di esaminare la domanda o dello Stato che ha concesso la protezione. Il regolamento (relatore Matjaz Nemec S&D) è stato approvato con 340 voti favorevoli, 249 contrari e 34 astensioni.

Infine, con il decimo voto, la plenaria ha approvato la nuova direttiva sull’accoglienza dei richiedenti asilo, che richiede agli Stati membri di garantire che gli standard di accoglienza dei richiedenti asilo per quanto riguarda alloggio, istruzione, assistenza sanitaria, accesso alle misure di integrazione e al mercato del lavoro. I richiedenti asilo registrati potranno iniziare a lavorare al più tardi entro sei mesi dalla data di presentazione della domanda. La direttiva fissa anche le regole per mantenere in stato di detenzione i richiedenti asilo durante l’esame della domanda, e quelle per limitare la libertà di circolazione nell’Ue, in modo da disincentivare gli spostamenti in altri Stati membri. La direttiva (relatrice Sophia in’t Veld, Renew), è stata approvata con 398 voti favorevoli, 162 contrari e 60 astensioni.

Una volta approvate formalmente anche dal Consiglio Ue, tutte le nuove normative entreranno in vigore dopo essere state pubblicate nella Gazzetta ufficiale dell’Ue. L’applicazione dei regolamenti è prevista dopo due anni. Per quanto riguarda la direttiva sulle condizioni di accoglienza, gli Stati membri avranno invece due anni di tempo per recepirla, introducendo delle misure specifiche nella loro legislazione nazionale.  ASKANEWS

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