Covid, “oltraggio a pubblico ufficiale”: 7 mesi all’ex deputata Cunial

cunial querela nei confronti del Presidente Fico

AOSTA, 27 MAR – A distanza di quasi tre anni dai fatti si è chiuso con una condanna a sette mesi di reclusione il processo nei confronti dell’ex deputata Sara Cunial (M5s e poi Misto), imputata per rifiuto d’indicazioni sulla propria identità personale – accusa da cui è stata assolta -, oltraggio e minaccia a pubblico ufficiale. Il giudice monocratico del tribunale di Aosta Marco Tornatore ha subordinato la sospensione della pena al pagamento del risarcimento danni quantificato in quattro mila euro nei confronti della parte civile.

Il pm Francesco Pizzato aveva chiesto una pena di otto mesi e che venisse valutata la trasmissione degli atti alla procura per falsa testimonianza nei confronti di quattro testimoni della difesa. “Durante il dibattimento – ha detto il pubblico ministero – è chiaramente emersa la responsabilità penale dei fatti contestati, ovvero di fornire le generalità e di aver oltraggiato e minacciato il militare della guardia di finanza”.

L’episodio risale al 24 aprile 2021, in occasione di una manifestazione contro la Dad nel centro del capoluogo valdostano. Secondo la procura di Aosta, prima di salire sul palco della manifestazione, Cunial avrebbe inveito contro un finanziere. All’epoca la regione era in zona rossa e la deputata – nella ricostruzione degli inquirenti – era stata sorpresa a bere birra con altre otto persone, senza distanziamento, fuori da un locale poi chiuso cinque giorni per violazione delle norme anti-Covid.

“Sono una parlamentare e godo dell’immunità” avrebbe detto ai due finanzieri che le avevano chiesto un documento. Sotto il palco, poi, avrebbe fornito il suo tesserino da parlamentare, ma poco dopo lo avrebbe strappato di mano al militare dicendogli “ti dovresti vergognare” e ancora “se torni dal ragazzo per fargli chiudere il bar ti rovino”.
Secondo la difesa le testimonianze sono state tutte genuine e non mendaci e “il clima di quel momento storico va ricordato, era difficile. Le regole erano ambigue e di difficile interpretazione”. (ANSA).

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