Verona, ragazzo seviziato da gang multietnica: “mi mettevano aghi sotto le unghie”

baby gang

di Riccardo Angelini – Sono crudeli e criminali senza scrupoli i membri della famigerata gang Qbr che da tempo semina il terrore a Verona. Un giovane ventenne di origini indiane era finito nelle loro grinfie la notte del 29 agosto scorso. E’ stato picchiato e torturato per ore finché, approfittando di un momento di distrazione dei suoi aguzzini, non è riuscito a mandare un messaggio alla madre inviando anche la posizione.

Chi sono gli arrestati

«Mamma portatemi via..Mi hanno torturato, portatemi via per favore… Lui non è un mio amico… ». Una disperata richiesta di aiuto che lo ha salvato dalla banda di criminali giovanissimi, la Qbr. In carcere – scrive il Corriere – sono finiti il veronese di 23 anni Alessandro Di Franco e altri quattro giovani italiani di seconda generazione, il 24enne di Negrar Frimpong Samuel Benemah, il 29enne Douglas Savi Maykon, il 18enne Rayen Sakaama, il 30enne Adailson de Noite Polucena detto Chris, tutti residenti in città.

Lo hanno fatto spogliare e poi seviziato per un’ora e mezza

La banda voleva vendicarsi del ragazzo che si era allontanato dalla loro cerchia e li aveva in seguito denunciati. Quindi, per fargliela pagare, lo hanno sequestrato e costretto a salire in auto per recarsi in aperta campagna. Qui – è il racconto della vittima riportato dal Corriere – «Mi hanno costretto a denudarmi, tranne le mutande, mi hanno infilato più volte un ago dentro le unghie…legato le mani, fatto alzare e camminare per 200 metri per poi farmi inginocchiare cominciando a colpirmi con diversi oggetti, fruste in pelle, mazze da legno, sassi…Scoppiavo in lacrime e venivo colpito continuamente con violenza su glutei, schiena, gambe, mani, braccia, piedi, a turno…Dopo circa un’ora e mezza in cui ricevevo continuamente queste violenze, venivo obbligato a salire sui sedili posteriori della Mercedes e riportato nella piazzetta del Quartiere Saval ridandomi il telefonino e minacciandomi di ammazzarmi se fossi andato alla polizia». Il ventenne ha invece subito chiesto aiuto alla madre e, una volta al sicuro, ha nuovamente denunciato i suoi ex sodali.
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