San Benedetto, ennesima rissa tra migranti alla Caritas: residenti esasperati

accoltellata

Ora di pranzo movimentato alla Caritas di San Benedetto, dove un nord africano di 28 anni, M. G. è stato soccorso per una ferita alla testa subita durante un parapiglia scoppiato fra ospiti dell’organismo Pastorale che si trova nel quartiere Ponterotto. L’attrito fra alcuni ospiti che fanno riferimento alla Caritas nell’ora dei pasti si era evidenziato già la sera precedente e ieri, evidentemente, la miccia ha innescato una sorta di rissa sfociata nel ferimento del giovane. Sul posto sono accorse le forze dell’ordine, polizia e carabinieri, che si stanno occupando del caso.

Al momento non si conoscono i motivi che hanno generato il tafferuglio e gli aggressori che si sono poi allontanati. Il giovane ferito che, fortunatamente, non ha subito serie conseguenze, è stato trasportato con l’ambulanza al vicino ospedale, dove i sanitari del Pronto soccorso gli hanno praticato alcuni punti di sutura e poi sottoposto ad accertamenti diagnostici.

Immediata è stata reazione degli abitanti attraverso un documento a firma de “I residenti del Quartiere Ponterotto”. Il quartiere per l’ennesima volta è vittima di un episodio di violenza inaudita. Dopo gli scontri avvenuti a suon di machete e mazze all’interno del bar K2 per mano degli ospiti della Caritas di pochi giorni fa, questa volta gli stessi ospiti extracomunitari della Caritas hanno deciso di regolare i conti armati di mazze e bastoni proprio all’interno della struttura. Sono arrivate ambulanze e forze dell’ordine e un extracomunitario che ha avuto la peggio è andato in ambulanza con la testa spaccata, colpito da un oggetto conducente.

Tanta la paura per i residenti che abitano in zona Caritas che si sono visti una scena da film. Persone che andavano in giro insanguinate nelle vie adiacenti alla Caritas, chi cercando di scappare e chi cercando di colpire gli altri. Negli ultimi 10 giorni la Caritas, che dovrebbe offrire pace, è stata sporcata più volte di sangue. I residenti del quartiere Ponterotto chiedono alla Caritas, a Don Gianni, ad Andrea Sanguigni, a Marco Sprecace e a tutti coloro che possono fare qualcosa, di prendere una posizione. Nessuno sta dicendo che la Caritas non debba dare aiuto, ma se ogni volta ci deve essere del sangue che macchia il quartiere è giusto che chi di dovere si prenda le proprie responsabilità assumendo o della vigilanza armata o spostando il servizio o la struttura in un’altra zona perché il quartiere adesso è stanco. Gli abitanti inizieranno a muoversi per chiedere rispetto”.
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