La politica ‘ANTI-COVID’ fu scritta dai militari Usa?

La politica ‘ANTI-COVID’ fu scritta dai militari Usa?

(www.byoblu.com) – Fin dall’inizio dell’era Covid Anthony Fauci è diventato l’icona dell’antiscienza, che imponeva lockdown, mascherine e distanziamento sociale senza alcun fondato studio che ne dimostrasse l’efficacia. Colui che perseguitava i potenzialmente infetti e considerava malati gli asintomatici ribaltando quelli che fino a quel momento erano stati i principi base dell’epidemiologia.

Sempre presente nelle conferenze stampa alla Casa Bianca, soprattutto quando nello Studio Ovale sedeva Donald Trump, Fauci è considerato l’ideatore e l’esecutore della scellerata politica Covid negli Stati Uniti, la cui influenza si è poi riverberata in tutto il mondo. Proprio ora che, per lo meno oltre oceano, la sua reputazione è in rapido declino, dopo il deferimento al Dipartimento di giustizia da parte del senatore Rand Paul, negli Stati Uniti ci si interroga sul reale peso avuto dall’epidemiologo nel determinare le politiche dette anti-Covid19. Era davvero lui che prendeva le decisioni? Sembra proprio di no.

All’interno della Task Force per il Coronavairus, il potentissimo capo del NIAID (National Institute of Allergy and Infectious Diseases), consigliere sanitario di ben 7 presidenti degli Stati Uniti, era in realtà subordinato a una figura apparentemente defilata: Deborah Birx. La donna ha una carriera alle spalle che è tutto un programma. Laureatasi in medicina nel 1980, la Birx diventa subito dopo riserva di servizio attiva nell’esercito degli Stati Uniti e si impegna per diversi anni nella ricerca di un vaccino per l’AIDS. Dal 1994 entra nell’esercito regolare e ottiene il ruolo di direttore del Programma di ricerca militare sull’HIV (USMHRP), due importanti medaglie militari e il grado di colonnello. Nel 2005 passa poi a ricoprire incarichi civili diventando il capo della Divisione Globale per HIV all’interno della CDC, (Center for Disease Control). Nel 2014 Obama la nomina coordinatrice del programma di Emergenza globale per l’AIDS (PEPFAR).

Il suo ruolo decisionale all’interno della Task Force istituita alla Casa Bianca contro il Coronavirus è rivelata da fonti di altissimo profilo. Lo ha spiegato Scott Atlas nel suo libro e in una recente intervista. Scott Atlas è il medico specializzato in Salute pubblica, professore alla Stanford University che nell’agosto 2020, su invito di Donald Trump, si unì alla Task Force. Contrario ai lockdown e alla persecuzione degli asintomatici, dai suoi racconti emerge con evidenza il ruolo di deus ex machina della Birx nelle politiche Covid:

“La parte medica della Task Force della Casa Bianca era gestita dalla dottoressa Deborah Birx – ha rivelato Atlas in una recente intervista a The Highwire – Deborah Birx è stata la coordinatrice della Task Force, ha scritto tutta la politica ufficiale della Casa Bianca. Ha visitato ogni Stato, con o senza il vice-presidente Pence. Era la responsabile della consulenza medica. Il dottor Fauci non era responsabile di nulla, ma era la voce più visibile”. D’altra parte, la stessa stampa statunitense non ha mai nascosto il ruolo di primo piano della Birx. Un articolo smaccatamente agiografico del Washington Post, già nel marzo del 2020, la definiva “coordinatrice della Task Force”.

Oltre che sulle responsabilità personali nell’imposizione di lockdown, chiusura delle scuole, obblighi di mascheramento e tutto quello che ne è poi seguito, il ruolo della Birx pone degli interrogativi per il peso avuto dall’esercito statunitense nella gestione del Covid. Pur presentandosi in abiti civili e ed avendo formalmente concluso la sua carriera militare, la Birx rimane pur sempre un colonnello della US Army.

D’altra parte, che l’esercito abbia avuto un ruolo di primo piano nella gestione Covid lo si desume anche da altre fonti. Nel marzo 2020 la Casa Bianca produsse un pamphlet per uso interno in cui veniva illustrato il meccanismo decisionale di contrasto al Covid: il “Covid19 Reponse Plan”. Negli organigrammi pubblicati al suo interno è chiaramente indicato che le politiche di contrasto al Covid erano a capo del National Security Council, organismo formato nel 1947 e composto dal Presidente in carica, dal governo e dagli advisor militari e delle agenzie dei servizi segreti. Alla CDC, all’NHI e alle altre agenzie sanitarie spettava solo il ruolo di mettere in atto tali politiche.

Inoltre, nel luglio del 2021 fu siglato un accordo pre-contrattuale tra il Governo Statunitense e la Pfizer per la produzione dei Vaccini Covid. Come è chiaramente riportato nel documento, l’accordo venne siglato congiuntamente dal Dipartimento della Salute e dal Pentagono. D’altra parte, l’inizio della campagna di vaccinazione, che negli Stati Uniti avvenne il 20 dicembre 2020, fu dichiarata da un generale della US Army: Gustave Perna, che la annunciò come il D-Day della guerra contro il virus.

Anche gettando lo sguardo a prima dell’era Covid è possibile notare come, negli Stati Uniti, la salute fosse diventato un ambito di sovrapposizione tra il dipartimento della Difesa e quello della Salute. Nel 2017 il Pentagono chiedeva di sostituirsi alla FDA per l’approvazione dei farmaci per uso di emergenza. Pochi mesi più tardi Trump firmò la legge 115-92 che modificava il processo di approvazione d’emergenza dei farmaci e che consentiva “al Segretario della Difesa di richiedere (…) azioni specifiche per accelerare lo sviluppo di prodotti medici”. Una legge che, scrisse allora l’ufficio legale della FDA, apriva “una nuova era di collaborazione tra il Pentagono e la FDA relativa allo sviluppo di prodotti medici” .

Ma torniamo alla Task Force della Casa Bianca. Formalmente questo gruppo di lavoro si sarebbe dovuto limitare a fornire consigli al Presidente degli Stati Uniti sulle migliori politiche da adottare per contrastare il Covid, ma che ci fosse un totale disaccordo tra Donald Trump e i membri della task Force era visibile persino dalle conferenze stampa alla Casa Bianca ed è rivelato ancora una volta da Scott Atlas. Mentre “il presidente diceva una cosa, il rappresentante della Task Force della Casa Bianca diceva qualcosa di completamente diverso, anzi, di totalmente contraddittorio”.

La stessa Deborah Birx ha scritto un libro sulla sua esperienza come coordinatrice della Task Force, il cui titolo è “The silent invasion”. Da questo volume emerge persino un suo iniziale contrasto con Anthony Fauci e Robert Redfield, il capo della CDC, anch’egli membro della Task Force. Secondo la Birx, alla fine di febbraio 2020, quando quest’ultima non aveva ancora assunto l’incarico all’interno della task force, i due non erano abbastanza preoccupati per la diffusione asintomatica del virus e non stavano dando sufficiente peso al ruolo che i test avrebbero dovuto svolgere nel contrasto all’epidemia. Un racconto, questo, che forse aiuta anche a comprendere quella intervista rilasciata da Anthony Fauci alla CBS nei primi di marzo 2020, in cui l’epidemiologo diceva che l’uso indiscriminato delle mascherine all’aperto era completamente inutile. Opinione totalmente ritrattata nei mesi successivi, cioè quando la Birx assunse il ruolo di coordinatrice della task force.

Gli elementi finora noti non ci consentono di stabilire con certezza quel fu il ruolo militare nella gestione Covid, ma certo suggeriscono che il suo peso fu di molto maggiore di quanto non sia apparso. A volte si è parlato di dittatura sanitaria in merito alla gestione Covid, e se fosse stata una vera e propria dittatura militare?

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