Il racket internazionale dell’immigrazione clandestina

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Il racket internazionale dell’immigrazione clandestina incassa milioni di euro e prova a corrompere i politici italiani. Il parlamentare di Fratelli d’Italia, Andrea Di Giuseppe, ha presentato una denuncia alla Guardia di finanza che scoperchia il business degli ingressi clandestini da Pakistan, Bangladesh, Filippine e altri Paesi asiatici. A parlarne è Libero che racconta la vicenda che parte dal marzo scorso, quando Di Giuseppe, eletto nella circoscrizione del Centro-Nord America con FdI, sporge una denuncia al Nucleo di Polizia economico finanziaria della Guardia di Finanza di Roma.

Un ristoratore di origini bangladesi, che conosceva, gli ha chiesto “di fare da tramite con un fantomatico «Console italiano in Bangladesh» al fine di facilitare il rilascio di visti in entrata per l’Italia. L’uomo, racconta il parlamentare ai finanzieri, parla apertamente di «compravendita di visti d’ingresso»”.

Di Giuseppe a quel punto inizia a registrare di nascosto con il suo iPhone la conversazione da cui emerge la proposta di corruzione e le tariffe del racket: 15mila euro per un visto di lavoro e 7mila per quello turistico. Il parlamentare incasserebbe 300mila euro subito e poi 120mila euro al mese, ma il bangladese afferma che si può arrivare a tre milioni d’incassi in un solo giorno.

Dopo la conversazione, Di Giuseppe dà i file ai finanzieri e successivamente viene contattato di nuovo da membri del gruppo criminale mentre è a Miami dove ha la residenza. Ne consegue un’altra cena con analoghe proposte di corruzione, tutto nuovamente registrato e denunciato. Da questa seconda occasione, si capisce che il racket per far entrare clandestinamente in Italia e in Europa gli asiatici disposti a pagare coinvolge non solo il Bangladesh ma numerosi altri Paesi come Sri Lanka e Filippine. La Guardia di finanza indaga per metter fine al traffico grazie alla denuncia di un servitore dello Stato.  https://www.iltempo.it

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