Presidente croato: ‘Borrell e von der Leyen coinvolti in troppi scandali’

Croazia, Zoran Milanović

ZAGABRIA – “Il primo decennio della Croazia nell’Unione Europea non è stato un successo, ma neanche un fallimento” e “io mi adopererò personalmente contro la trasformazione dell’Unione in una federazione”. Lo ha detto oggi il presidente della Croazia, Zoran Milanović, il cui Paese segnerà il primo luglio prossimo i primi dieci anni nell’Ue, rafforzati quest’anno anche con l’adesione all’Eurozona e all’area Schengen.

Milanović ha aggiunto di essere contro “qualsiasi idea di uno Stato federale perché non voglio un nuovo centro di potere esterno“. “I finanziamenti che arrivano dall’Ue sono così esigui – ha spiegato – che non puoi davvero farci molto, tranne i centri di innovazione, qualche ponte, una caserma dei pompieri, tutte cose che vedo fuori Zagabria ogni settimana, e questo in fin dei conti è un bene”.

Il presidente croato ha criticato l’Ue dicendo che le sue istituzioni “mostrano una cronica mancanza di democrazia e responsabilità” e ha chiamato in causa il capo della diplomazia europea, Josep Borrell.

“Borrell è coinvolto in talmente tanti scandali – ha detto – che non potrebbe essere ministro in un mio governo, come neanche (la presidente della Commissione europea) Ursula von der Leyen”. “La Croazia è stata per troppo tempo nell’anticamera dell’Ue, ma non quanto i Paesi dei Balcani occidentali”, ha detto il presidente croato, definendo questa politica di Bruxelles “una forma di abuso e irresponsabilità” nei confronti di questi Paesi.

Milanović ha anche fatto riferimento alla visita il mese scorso del presidente francese Emmanuel Macron a Pechino, che avrebbe irritato alcuni alleati occidentali, in primo luogo Washington. Milanović ritiene invece che Macron avesse ragione quando ha parlato di una maggiore autonomia dell’Ue. “Al momento considero Macron il leader europeo più calibrato, più ragionevole e più potente”, ha concluso.
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