Covid, scoppia lo scandalo dei “vaccini” sprecati

Bourla e von der Leyen

Mentre la pandemia da Covid sembra sia alle sue battute finali, scoppia l’emergenza vaccini sprecati. Alla fine di quest’anno si stima che potrebbero essere 173 milioni le dosi buttate. Una valanga di preparati destinati a rimanere nei magazzini per colpa di una clausola capestro nel contratto tra Ue e Pfizer. Sembra infatti che nell’accordo siglato tra Bruxelles e la multinazionale del farmaco ci sia anche una postilla che obbliga l’Europa ad acquistare nel 2023 450 milioni di dosi, tra le quali 6,1 destinate all’Italia.

Dosi inutilizzate e soldi sprecati

Un’intesa che rischia di costarci oltre tre miliardi di euro, secondo quanto scrive La Stampa. Tra i vaccini aggiornati su Omicron 4 e 5, arrivati a fine estate nel nostro Paese, ci sarebbero 15 milioni di dosi ancora inutilizzate. Ma, in base al contratto, ne arriveranno altri 61,2 milioni nel corso dell’anno. Il tentativo in atto è quello di suddividere su più anni questa valanga di fiale in arrivo. Si tratta comunque di vaccini destinati a rimanere imballati e ad andare al macero, dal momento che il numero delle somministrazioni (3.421 al giorno tra il 6 e il 12 febbraio) è in continua diminuzione.

Causa alla Commissione Ue

Il New York Times avrebbe intanto fatto causa alla Commissione Ue per non aver diffuso i contenuti di messaggi intercorsi tra la presidente Ue Ursula von der Leyen e il Ceo di Pfizer, Albert Bourla, sul negoziato per l’acquisto dei vaccini anti-Covid. Un dettaglio difficile da comprendere è perché tra le dosi acquistate dall’Ue siano state comprese anche quelle aggiornate su Omicron 1, autorizzate dall’Ema pochi giorni prima dei nuovi arrivi, quelli centrati sulle sottovarianti Omicron 4 e 5: a quel punto tutti avrebbero chiesto i nuovi modelli, quelli più aggiornati, eppure i modelli “vecchi” vennero comunque acquistati e pagati.

La conta delle dosi sprecate

Il conteggio comprende anche 9 milioni di dosi prodotte dalla francese Sanofi: furono acquistate nel 2020 ma le consegne sono in questi giorni e portano le fiale a 80 milioni. Ci sono poi i vaccini andati in scadenza a fine 2022. E ancora i 60 milioni di dosi donate all’Africa, in gran parte inutilizzate perché spesso arrivavano in luoghi privi del necessario supporto per la conservazione. Arriviamo così a 173,1 milioni di dosi inutilizzate. Sappiamo che il vaccino Pfizer prima versione è costato 16 euro a dose, quello aggiornato su Omicron 19 euro. Siamo quindi a tre miliardi di euro buttati.

Tra massima copertura vaccinale e clausole capestro

I punti oscuri restano molti, pur considerando che l’Europa ha sempre avuto l’obiettivo di garantire la massima copertura vaccinale possibile alla sua popolazione. Soprattutto, perché la Commissione Ue avrebbe accettato da Pfizer le clausole capestro che la vincolano ad acquistare centinaia di milioni di dosi senza considerare l’andamento della pandemia e le eventuali nuove varianti? Anche considerando che le grandi aziende farmaceutiche aveva ricevuto da Usa, Gran Bretagna e Ue finanziamenti pubblici per 10 miliardi per sostenere la ricerca. E anche senza le “postille “capestro” i ricavi 2021 per gli addetti ai lavori sono stati di tutto rispetto: 45 miliardi per Pfizer e 16 per Moderna, che nel 2019 arrivava a stento a 55 milioni.
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