Roma, 29 set. – Toccare direttamente il cibo con le mani potrebbe renderlo più gustoso e desiderabile? E fa bene? È il quesito della sesta edizione del #polloarrostoday dal tema “Mani o forchetta?â€. La maratona social si terrà domenica 2 ottobre. Norbert Elias, il più importante sociologo sulle maniere, sosteneva che l’introduzione delle posate sulle tavole non fosse dovuta a motivi igienici, ma serviva a creare una separazione tra l’uomo e il cibo, per allontanare la pantagruelica voracità . Un’intuizione accertata anche dalla scienza.
Secondo uno studio della Stevens University di New York, pubblicato sul Journal of Retailing “toccare il cibo direttamente con le mani migliora l’esperienza sensoriale e aumenta le valutazioni edoniche del cibo nei consumatori dotati di autocontrolloâ€. Le percezioni tattili aumentando la soddisfazione della masticazione, spingerebbero l’encefalo a ritenere il cibo più gustoso di quanto accade usando le posate.
Ma occhio alla linea, perché porterebbe anche a mangiare di più! Altri studi come quello dell’Università di Nottingham dei ricercatori Ellen Townsend and Nicola Pitchfork pubblicato sul British American Journal (2012) e ripresi dal Guardian sostengono che permettere ai bambini di alimentarsi da soli con le mani, con una selezione di cibi solidi a portata di mano fin dall’inizio dello svezzamento (approccio baby led), anziché al cucchiaio con pappe, faccia bene ed abitui a mantenere uno stile di vita alimentare sano ed equilibrato quando si diventerà adulti.
“I nostri risultati – riporta lo studio – suggeriscono che i bambini svezzati con l’approccio baby-led imparano a regolare l’assunzione di cibo in un modo che porta a un IMC più basso e a una preferenza per alimenti saniâ€.  (Adnkronos/Labitalia)

