La scusa dell’antifascismo per perseguitare chi la pensa diversamente

di Aldo Grandi

Abbiamo aspettato, pazientato, sopportato. Abbiamo sperato che presto o tardi – invece né presto né tardi – questi bastardi senza gloria verniciati di rosso che si portano a casa dagli 8 ai 12 mila euro al mese, la facessero finita con questa vergognosa, inesistente, insulsa, inaccettabile, indecente favola del fascismo risorgente se non, addirittura, del nazismo.

Abbiamo anche preso atto di come una donna di grande e indubbio spessore umano, storico e culturale, Liliana Segre che avemmo occasione di incrociare, a fine giugno, nella grande sinagoga a Portico d’Ottavia a Roma, un sabato mattina durante la cerimonia della Brit Milah o circoncisione dei neonati, sia stata strumentalizzata, più o meno consapevolmente, da una classe politica, intellettuale e giornalistica che non solo fa acqua da tutte le parti, ma anche e, soprattutto, sangue visto che proprio quest’ultimo è, per essa, solo e soltanto da versare, casomai, per una parte che è sempre la stessa ossia quella di chi non la pensa come loro. Arriva, però, un momento in cui anche chi è sempre stato storicamente e politicamente lontano anni luce dal delirio di onnipotenza che condusse l’Italia alla rovina, non può più fare a meno di tacere e si inalbera o, meglio ancora, si incazza nel vedere un mondo che non solamente va alla rovescia, ma che pretende anche di andare alla diritta.

Sono anni che Laura Boldrini e i suoi discepoli cercano in tutti i modi di alimentare la credenza secondo la quale il nostro povero sfasciato stivale pullulerebbe di soldatini in camicia nera nostalgici di Mussolini. Lei, in compagnia di Emanuele Fiano, hanno provato in tutti i modi, più comprensibile il secondo della prima, a farci digerire la possibilità di distruggere ogni residuo di memoria di un Ventennio che niente e nessuno, purtroppo, potrà mai farci dimenticare non fosse altro che per i segni, tragici e indelebili che ha lasciato sulla pelle e sulle spalle di milioni di italiani molti dei quali non sono più potuti tornare a casa per raccontarlo.

Che il nazismo sia stato il Male Assoluto, che il fascismo lo abbia seguito a ruota a partire, in particolare, ma non solo, dal Manifesto della Razza per non parlare del periodo della Repubblica Sociale serva e schiava di Hitler, sono concetti talmente evidenti e lapalissiani che non avrebbero nemmeno bisogno di essere ribaditi ad ogni piè sospinto. Soprattutto a distanza di quasi un secolo da quando sono stati realtà e in particolare in un Paese dove la memoria dovrebbe lasciare anche spazio per una serena e oggettiva presa di distanza da qualcosa che non può né dovrà mai più ripresentarsi.

Certo, ci sono sempre gli imbecilli che, qualora Mussolini risorgesse, gli andrebbero ancora dietro, ma la mamma di questa categoria, si sa, è sempre incinta e, onestamente, non sta solamente a destra, ma, anche e spesso con maggiore frequenza, anche a sinistra.

Non è, tuttavia, questo il punto. La sinistra, questa miscela senza identità e senza buonsenso, condizionata e ingolfata dall’ideologia, da sempre protesa a cercare di adeguare la realtà a quest’ultima e non, come dovrebbe, al limite, essere, ossia l’opposto, per restare a galla e non sprofondare nella merda del disprezzo, in tutti i modi soffia sul fuoco dell’intolleranza e della malvagità.

Al punto, consentiteci l’iperbole, che i fascisti di ieri sono, in realtà, diventati gli ebrei di oggi, perseguitati non tanto perché indossano una camicia nera o perché percuotono i figli di David o impongono con la violenza le proprie idee. Assolutamente. Perseguitati lo sono, come gli ebrei di un tempo, semplicemente perché non la pensano come coloro che vogliono tutto uniformare al minimo comune denominatore del politicamente corretto. Basta leggere i commenti sui social per accorgersi – al di là dell’idiozia e della superficialità esistenti ovunque – che fascista è colui che non la pensa come chi sostiene l’immigrazione selvaggia e, perciò, essendo razzista, viene inequivocabilmente equiparato al fascista-nazista di 80 anni fa.

Attenzione. Può sembrare una inezia, ma è, al contrario, molto pericolosa. Si tratta di far passare il messaggio secondo il quale anche soltanto muovere una obiezione o una critica al sistema mondialista dominante in cui la sinistra, lontana anni luce da ogni senso di appartenenza e di identità nazionale, vuol dire essere, automaticamente, fascisti e razzisti poiché sentirsi appartenenti a una collettività nazionale è un reato o presto diventerà tale.

Questo modo di ragionare non è nuovo nella sinistra la quale, di scheletri nell’armadio ne ha talmente tanti che quelli del nazismo, al confronto, se non sono eguali o di poco superiori, poco ci manca. Avete idea di ciò che è stato fatto nell’Unione Sovietica dalla sua fondazione al suo crollo? No che non ce l’avete. Tuttavia vorremmo che approfondiste, se vi capita, i famosi processi degli anni immediatamente precedenti lo scoppio della seconda guerra mondiale, le famose purghe di Stalin. Anche in quella circostanza bastava muovere una critica per essere costretti a dover confessare colpe inesistenti che conducevano, direttamente, all’altro mondo. Era uno stravolgimento completo della realtà, dove ciò che contava non era il vero, ma il suo opposto che finiva per assumere i contorni del reale solo per volontà del Potere Costituito. Il libro di Orwell, 1984, è sconvolgente e inquietante, ma assolutamente premonitore e fu scritto subito dopo la fine del conflitto.

Oggi, in Italia e in Europa, in Francia soprattutto così come in Germania, si vuol far credere che ci sia un clamoroso ritorno dell’antisemitismo nazista o fascista. Sicuramente ci sono ancora, ma è sempre stato così, movimenti di estrema destra che si ispirano all’antisemitismo, ma non rappresentano una minaccia e, se si va a vedere, essi si scagliano, soprattutto, contro le oligarchie finanziarie ed economiche o élites mondialiste che identificano, stupidamente e superficialmente, con la razza ebraica responsabile della volontà di annientamento di ogni identità. Niente di nuovo sotto il sole. Peccato che se c’è una razza che tiene alla propria identità storica, culturale e religiosa sia proprio quella ebraica.

In Francia, ad esempio, ma anche nel resto dell’Europa, gli ebrei stanno progressivamente abbandonando i Paesi dove hanno vissuto perché esiste sì un dilagare dell’antisemitismo, ma riconducibile, soprattutto, alla presenza di arabi che professano l’Islam e, in parte, anche di forze politiche anarco-insurrezionaliste e di estrema sinistra da sempre alleate con il mondo arabo e, in particolare, con i palestinesi giustificandone ogni atto compresi quelli più violenti.

La vera minaccia per gli ebrei in Europa non è costituita dal risorgente fascismo o da un nuovo nazismo, bensì dall’Islam e dall’aumento sconsiderato, allucinante, assurdo, devastante e pericoloso della popolazione araba che, da sempre, vede negli ebrei e in Israele il nemico da annientare. Né più né meno di un certo Adolf di lontana memoria.

Già, ma dire questo significherebbe accusare l’Islam ed è ovvio che a partire dall’Imam Bergoglio e dai suoi discepoli e apostoli per finire con gli ex e post comunisti senza faccia né dignità, nessuno può ammettere questa evidenza perché, altrimenti, salterebbe l’equazione esclusiva fascismo=razzismo. Così, approfittando delle Liliane Segre di turno, si annuncia l’intenzione di combattere l’antisemitismo, ma, attenzione, non tutto, ma soltanto quello di matrice fascista e nazista, equiparandolo al razzismo così da inglobare nello stesso concetto ogni critica o perplessità o dubbio su un futuro come quello che ci si prospetta facendo sbarcare nel nostro Paese e in Europa milioni di africani o immigrati provenienti da tutti i mondi possibili.

Inoltre, questi bugiardi senza ritegno – intellettuali, showmen, giornalisti, politicanti da strapazzo – si sciacquano la bocca con la cosiddetta democrazia, con il rispetto della legge e della Costituzione – diventata, ormai, una sorta di carta da cesso che la sinistra utilizza come e quanto vuole per giustificare le proprie pretese – senza ammettere quello che noi tutti vediamo: i primi a essere antidemocratici, violenti, contestatori a prescindere, sono proprio loro.

Non importa se Salvini sale al Governo perché rappresenta la maggioranza degli italiani o se anche, come è accaduto, governa con i ‘traditori’ grillini – scusate, ma usare questa ultima parola causa vomito e mal di testa in chi scrive – : gli estremisti di sinistra, i fratelli di quelli degli anni di piombo, scendono in piazza e impediscono ogni possibilità di azione creando caos, manifestazioni violente, disordini, spalleggiati dai giornali dei maxi-debitori di 600 milioni di euro allo Stato.

Non appena Salvini scompare dal governo o i ‘traditori’ grillini si appattumano con il Pd, ecco che, improvvisamente, gli stessi manifestanti scompaiono e nessuno va più in strada a fare casino, oppure, avrete notato, lo spread miracolosamente retrocede, o i mercati, queste gran puttane, si prostituiscono e abbassano i prezzi o, infine, spariscono le manifestazioni di piazza perché la gente che lavora e che non gode di redditi garantiti dalla pseudo solidarietà degli ipocriti o dalle casse bucate dello stato parassita, di tempo per scendere in strada e protestare non ne ha dovendo arrivare alla fine del mese.

Ecco perché, oggi, pensare e agire diversamente da questa massa di bastardi senza gloria alcuna, vuol dire, in sostanza, essere come gli ebrei di una volta, cioè venire perseguitati sempre di più per il semplice fatto di non essere omologati. E il paradosso è che oggi sono proprio i fascisti di ieri gli unici rimasti, più o meno inconsapevolmente, in grado di difendere la stella di David che, per fortuna, sa difendersi bene anche da sola. Se fosse per la Sinistra che apre le porte a cani e porci, di ebrei, in questa povera Europa, finirebbero, come finirà, per non essercene più.

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