Colonnello Paternò: “Era già tutto previsto. Miserabile quel popolo che ha bisogno di falsi eroi”

Dal Col.CC. Salvino Paternó :

La decisione della gip di Agrigento di non convalidare l’arresto della comandante della Sea Watch e di non disporre nei suoi confronti alcuna misura cautelare, fa venire in mente l’incipit della memorabile canzone di Cocciante: “era già tutto previsto…”.
A coloro che oggi si meravigliano, al pari del pastorello del presepe che mira la stella cometa, e si indignano e si scandalizzano per tale astrusa decisione, verrebbe da chiedere: “ma finora dove avete vissuto? Solo ora vi accorgete di vivere in un paese dominato dall’arrogante strapotere della magistratura? Solo adesso vi rendete conto che potete eleggere tutti i rappresentanti che volete, dargli mandato di promulgare ogni legge riteniate giusta, ma nulla potrà cambiare il nostro convivere civile senza l’avvallo dei giudici? Buongiorno!”.

Ai nostri magistrati basta un minimo di creatività e di fantasiosa alchimia giudiziaria per sostenere tutto e il contrario di tutto… a seconda di chi è l’indagato, ovviamente.

E infatti, ecco che, “ABRACADABRA”, la motovedetta della Finanza speronata non è più una nave da guerra e così, PUF, sparisce il reato di resistenza a nave da guerra.
E i finanzieri che hanno rischiato di finire schiacciati sulla banchina del porto? Nessun problema, con un tocco della bacchetta magica, “SIM SALA BIM”… PUF, cade anche la resistenza a pubblico ufficiale. Eh già, perché, badaben, badaben, l’indagata ha agito nell’adempimento di un dovere. Insomma, se la motovedetta non è nave da guerra, anche quei finanzieri in verità non erano dei veri pubblici ufficiali, non stavano mica compiendo il loro dovere, tale coraggiosa azione la stava espletando la nave della ONG… con tanto di licenza di uccidere.

E il decreto legge Sicurezza bis che impedisce alle navi che trasportano migranti di attraccare senza permesso delle Autorità? Nessun problema, basta un altro tocco della bacchetta magica e, “MAGICABULA”, quel decreto non è più applicabile alle azioni di salvataggio, ma riferibile solo alle condotte degli scafisti. PUF!

Se state rosicando voi, immaginate quanto stia rosicando il Procuratore di Agrigento che invece aveva chiesto al GIP di confermare le accuse e convalidare l’arresto… O NO?

Mha! In realtà, se il GIP mi ricorda la canzone di Cocciante, il procuratore di Agrigento mi richiama alla mente il film di Lino Banfi: “Va avanti tu che a me viene da ridere”.
A molti, infatti, sarà sembrata “anomala” la sua decisione di mettere alla sbarra l’eroica pirata. Qualcuno si sarà chiesto: “Ma come? Non era lui il Procuratore di magistratura democratica che aveva tentato di processare l’odiato ministro dell’Interno? Non era sempre lui che si era inventato i sequestri farlocchi delle navi per far sbarcare i migranti? E ora che ne fa? Chiede l’arresto della comandante della ONG invece che disporne l’immediata liberazione?

Eh, cari miei, non è forse vero che se vi fanno tana è meglio fermarvi… e far agire qualcun altro al posto vostro? E non è ancor più geniale far finta di prendere decisioni contrarie al vostro vero intento, quando poi ci sarà qualcuno più potente di voi che realizzerà il vostro piano? E’ il classico gioco del poliziotto buono e quello cattivo..
Sì, lo so, le mie sono solo diaboliche congetture, ma che originano dalla mai affrontata questione della separazione delle carriere tra PM e GIP. Oggi il procuratore di Agrigento segue la stessa carriera della Gip di Agrigento, sono colleghi, forse anche amici, e un domani lui potrebbe allocarsi al CSM e decidere vita, morte e miracoli della sua collega…

Vabbè, fatto sta che la comandante non subirà alcuna pena, e gli unici ad essere tormentati saremo noi che dovremo sorbirci per giorni e giorni la sua faccetta da bambina viziata in tutti i telegiornali e in ogni talk show, dove sarà osannata quale intrepida eroina.

Brecht disse: “Beato quel popolo che non ha bisogno di eroi”.

Io ci aggiungerei: “Miserabile quel popolo che ha bisogno di falsi eroi”

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