Avete rotto il ca@@o con questa ‘emergenza fake news’

DAGONOTA – Che palle co’ st’emergenza fake news. L’ultimo grido di scandalo nasce da una foto di Maria Elena Boschi e Laura Boldrini al funerale di Totò Riina. Naturalmente, non solo nessun rappresentante delle istituzioni era presente al funerale, ma non c’è stato manco il funerale. Secondo ”Repubblica” la foto è diventata ”virale”, in realtà a parte qualche demente che può abboccare a una cosa del genere, molti l’hanno rilanciata per ridere della faccenda. E’ stata la stessa Boschi a dargli furbescamente visibilità, rilanciandola sui suoi profili social.

Ora vi poniamo una domanda semplice: sono più preoccupanti il sito ”Iostoconputin.info” o il profilo Facebook di uno che pubblica immagini ridicole con l’intenzione di orientare il voto di poche migliaia di persone (che già odiano i politici in questione, per cui sai che orientamento), oppure un intero sistema editoriale che spaccia bufale per cambiare le sorti di un governo democraticamente eletto? No, perché questo è esattamente quello che è successo nel 2011, quando l’attacco dello spread ha ”costretto” l’Italia a silurare Berlusconi e invocare l’intervento del pio Monti.

Negli anni successivi si è poi scoperto che l’emergenza sui conti non c’era (il debito pubblico è molto peggio adesso di allora), e protagonisti autorevolissimi di quei mesi come l’ex ministro del tesoro americano Tim Geithner hanno rivelato come tutta la tarantella fosse orchestrata dai governi europei stufi di avere a che fare con lo scopatore Silvio, fiaccato nella credibilità da un anno di inchieste sul bunga-bunga. Lo ribadisce oggi anche il sociologo Luca Ricolfi, numeri alla mano (vedi sotto).

Per carità, niente di inedito: da sempre i governi nascono, campano e vengono abbattuti per ragioni che poco hanno a che fare con gli interessi della Nazione o dei cittadini. Cadono perché gli alleati stranieri non li appoggiano più, la finanza non si fida, gli speculatori vogliono arricchirsi, gli sfidanti hanno fatto accordi con poteri più o meno forti ecc. ecc.

Riempire i giornali con lo spauracchio di Putin che scatena i suoi troll fa davvero sorridere rispetto alle mosse usate dagli stessi giornali per condizionare il consenso popolare.

PS: che poi, se proprio vogliamo essere dei rompipalle (e lo siamo), sapete dove fu scattata quella foto di Boschi e Boldrini? Ai funerali di Emmanuel Chidi Namdi, nigeriano ucciso a Fermo durante una rissa con Amedeo Mancini, che aveva chiamato ”scimmia africana” la moglie mentre la coppia passeggiava per strada. Una partecipazione che fece notizia: non si era mai visto un ministro e la Presidente della Camera ai funerali di una persona morta in una rissa.

Era infatti emerso che la colluttazione era partita da Namdi, che aveva divelto un palo stradale per picchiare Mancini, e che era poi finito in coma sbattendo la nuca dopo essere caduto in seguito a un pugno.

Mancini ha patteggiato 4 anni per omicidio preterintenzionale (il reato più lieve che la procura potesse ipotizzare), e si è impegnato a non agire contro la vedova per calunnia (aveva detto il falso durante la ricostruzione dei fatti). Namdi secondo un’informativa della polizia poteva essere vicino alla mafia nigeriana, visto che un gruppo di uomini indossò i colori tipici dei famigerati Black Axe proprio durante le esequie cui avevano partecipato la terza carica dello Stato e l’allora ministra Boschi.

Oltre Boschi e Boldrini, anche la mafia nigeriana ai funerali di Emmanuel

Insomma, in quel caso furono proprio le due prefiche a diffondere fake news, o quantomeno una ”narrazione” che faceva comodo alle loro agende politiche, visto che usarono la morte di Namdi come un esempio di ”dilagante razzismo verso i migranti”. Vero, Mancini è razzista. Solo che le due storyteller hanno scelto la vittima sbagliata: Namdi non era un martire, ma un violento che ha reagito in maniera spropositata a una provocazione verbale, e la moglie aveva mentito alle autorità per scagionare il marito e dare tutta la colpa al fermano.

Ogni sabato sera in Italia c’è qualche ragazzo che finisce in ospedale o perde la vita perché si è scazzottato con qualcuno che gli aveva detto ”la tua ragazza è una mignotta” o aveva palpato una sua amica in discoteca. Ma non ci pare di vedere la Boldrini che va di funerale in funerale a difendere la dignità delle donne o il coraggio degli uomini che difendono il loro onore. La morte di Namdi era un fatto di cronaca, che due cariche dello Stato hanno trasformato in strumento politico. Perché la post-verità è solo quella degli altri.

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